“YAYANICE” l’omonimo ep del duo musicale emiliano. Intervista

“YAYANICE” è il secondo EP del duo emiliano che ha voluto salutare il 2022 con questa release dopo l’esperienza in finale a Sanremo Rock & Trend 2022 e l’esibizione al Teatro Ariston di Sanremo.

Le due ragazze hanno dato vita a quello che è un lavoro più maturo rispetto al primo ep “GU.AST.O.” (2021), più ragionato e consapevole, dalle sonorità che raggiungono orizzonti a volte sognanti e surreali, ma anche terreni e profondi. I riferimenti stilistici risultano tanti (funky, soul, dance, elettronica), sapientemente riassortiti e rivisitati in chiave personale. Questo ep è l’espressione artistica delle loro emozioni, delle loro ricerche e sensazioni. Un tentativo di tradurre in suoni il loro mondo, attraverso quel filtro onirico che le contraddistingue.

Scopriamo cosa ci hanno raccontato a noi di I Love Magazine!

Iniziamo conoscendovi meglio, come e quando è iniziata la vostra passione per la musica?

Chiara) Ciao e grazie per l’intervista. Il nostro percorso artistico è iniziato in modi profondamente diversi tra loro. Per quel che mi riguarda mi sono avvicinata allo studio del canto solo a 32 anni, dopo che interiormente ho avvertito quella che si può definire una chiamata, apparentemente tardiva, nei confronti della musica. L’ aver accolto questo messaggio mi ha cambiato profondamente grazie all’ effetto curativo che ha avuto in tutte le sfere della mia vita, da lì in poi, e forse anche indietro.

(Giulia) Io ho iniziato a suonare il piano a sei anni, mio padre lo suona per hobby e da bambina rimanevo affascinata dai suoni che uscivano da quello strumento. In adolescenza mi sono avvicinata al jazz e, finite le superiori, ho intrapreso studi accademici sia al conservatorio jazz che classico. Nel corso degli anni ho fatto parte di varie band dal jazz, all’ R&B, al soul e al pop. Il mio “pallino” più grande da sempre è scrivere musica, cosa che faccio anche con Yayanice.

Parlateci di questo disco. Come avete scelto i singoli brani che lo hanno composto?

Questo EP per noi è un lavoro più maturo e meditato rispetto a GU.A.ST.O. che lo ha preceduto. Pur spaziando ancora negli stili, rappresenta un gradino successivo nella nostra evoluzione musicale. È un lavoro che a volte tocca dimensioni sognanti e gassose, mentre altre si insinua nelle radici profonde del groove. Il concetto chiave che vi trova spazio è quello del viaggio e della trasformazione. I sei brani si susseguono lungo un filone ed un immaginario che in principio tocca tematiche e sonorità più aeree per poi approdare e concretizzarsi nella terra, nella radice. Come la rappresentazione di un flusso creativo.

Quanto c’è di voi in questi brani?

C’è tutto di noi così come sicuramente altre cose che ci sfuggono.

Ci spiegate il perché del titolo dell’album?

Il titolo omonimo ha un’intenzione assertiva. Queste siamo noi, nel nostro viaggio, nella nostra maturazione e trasformazione, con le nostre emozioni e percezioni. E ci abbiamo scritto sopra sei canzoni.

I tuoi progetti futuri? Qualche anticipazione?

Adesso abbiamo la necessità di fermarci un attimo e di focalizzarci sulla nostra evoluzione, dal momento che abbiamo alle spalle due EP e il materiale non ci manca. Vogliamo capire come e dove collocare tutta questa roba per riuscire a valorizzarla e a diffonderla il più possibile.