“Temporali estivi” il romanzo di Adriana Angoletta che indaga la fragilità umana

“Temporali estivi” di Adriana Angoletta è un romanzo intenso e introspettivo, che esplora le dinamiche del tradimento, della solitudine e delle seconde possibilità. Attraverso la figura di Riccardo, un giornalista disilluso che si ritrova coinvolto in storie di passioni e rimpianti, il libro intreccia tensione emotiva e riflessione. Simbolismi come il quadro e i racconti di uno sconosciuto conducono il protagonista a un viaggio interiore alla ricerca di sé stesso. Con uno stile diretto e attento ai dettagli, Angoletta offre un romanzo vibrante e universale, che parla di fallimenti, riscatto e nuove prospettive. 

Può raccontarci il processo creativo dietro “Temporali estivi”? Quanto tempo ha impiegato per completare il libro? 

Ho scritto il libro in circa sei mesi poi c’è stato un lungo lavoro di editing con Michela Tanfoglio, bravissima professionista, e il romanzo ha preso la forma attuale. Il mio processo creativo nasce dalla vita che ho fatto, dall’ esperienza accumulata, dalle molte letture e dall’osservazione attenta di alcuni aspetti che spesso sfuggono alla maggior parte delle persone grazie ad una spiccata sensibilità che possiedo. 

Ha descritto il protagonista, Riccardo, come un uomo che scopre una nuova sensibilità attraverso la lettura. Come è stato per lei mettersi nei suoi panni durante la scrittura? 

Entro facilmente nei panni di un personaggio maschile perché ho vissuto quasi sempre in un ambiente composto da uomini che sono stati importanti e nei quali mi ritrovo: mio padre, mio marito, mio figlio, colleghi di lavoro, amici nello sport e forse anche nel mio animo io sono un po’ uomo! Il fatto è che quando inizio un nuovo romanzo non scelgo, mi viene spontaneo inserire il principale protagonista maschile. 

Nel romanzo, il rapporto tra Riccardo e i racconti che riceve è centrale. Come ha deciso di strutturare questa particolare narrazione all’interno della trama principale? 

Volevo scrivere un libro di racconti ma Michela Tanfoglio – agente letteraria e editor bravissima –  mi ha consigliata di creare una storia che contenesse tante altre storie, per creare un tipo di romanzo nuovo e facilmente fruibile. I racconti sono legati alla vita di Riccardo perché narrano vicende accadute anche a lui e nelle quali si è potuto riscoprire modificando il modo di vedere le cose, scoprendo il suo mondo interiore che non conosceva. 

I racconti presenti nel libro trattano temi universali come rabbia, amore, redenzione. Qual è stato il più difficile da scrivere e perché? 

In tutti i racconti c’è una parte autobiografica, altrimenti non sarei stata in grado di raccontare emozioni o sentimenti che non avevo mai provato. Il più difficile è stato forse CONTRASTO, nel quale ho narrato con esattezza di svolgimento la morte di mio padre e un episodio reale della sua vita.

Lei scrive anche per riviste e ha esperienza con mostre d’arte. Come riesce a bilanciare la scrittura narrativa con gli altri suoi impegni culturali? 

Ho realizzato oltre cento mostre d’arte, ma ho chiuso definitivamente quel capitolo della mia vita durato quasi 30 anni. Oggi sono al mio sesto romanzo e scrivo per alcune riviste articoli di cultura quindi posso dire di essere del tutto concentrata nella scrittura, sia narrativa che divulgativa.