Un ( nuovo ) mostro del web si aggira tra adolescenti e non solo della società 2.0, la società dei navigatori di internet … di cosa parlo? il Sextortion, o per dirla all’italiana ( ormai è consuetudine parlare con termini inglesi per qualsiasi cosa, fa più “figo” ) ricatto sessuale. Una vera truffa online utilizzata dai criminal hacker per estorcere denaro alle proprie vittime mediante ricatti sessuali effettuati sui social network o attraverso finte mail minatorie.
La tecnica è abbastanza semplice ma efficace: la vittima viene contattata via Facebook o su altri social da una persona che crea un profilo falso con foto di donne o uomini avvenenti: sono vere e proprie esche sessuali. Dopo che tra l’adescatore e la vittima è nato un rapporto confidenziale, la conversazione si sposta su Skype (o su una qualsiasi altra applicazione di chat e messaggistica istantanea); la donna si spoglia e chiede al suo interlocutore di fare lo stesso, ovviamente davanti alla webcam, con lo scopo di ottenere una nutrita collezione di foto e video osé. Il “bello” viene proprio da questo momento, perché la donna sparisce e al suo posto compare una richiesta di riscatto. Sembra incredibile, ma molti ci cascano!
Questi profili fasulli hanno alcune caratteristiche che dovrebbero destare subito qualche sospetto: in genere sono praticamente “vuoti”, scorrendoli non si trova una storia, né post precedenti, c’è la foto di una bella ragazza, che si presenta come single e poco più.
La mia riflessione nasce da un presupposto che non lascia spazio all’immaginazione: il criminale in questione sa, studia spesso il profilo psicologico della sua vittima, sa chi attaccare ( guarda caso nella maggior parte dei casi le denunce sono di minori o di adulti single o insoddisfatti ), allora, e parlo del caso dei minori, perché non adottare un sistema di educazione ai social e al mondo internet? Capisco che magari un ragazzino in piena adolescenza ha ormoni a mille, tende a voler far colpo, o magari una ragazzina tende a mostrarsi in foto anche un po’ sexy sui social ( Instagram in primis ) ma è proprio su questo che fa leva la mente criminale! La sessualità è uno degli aspetti fondamentali dell’essere umano, per ogni generazione la scoperta della sessualità è un passaggio impegnativo e affascinante nella fase adolescenziale della vita.
Il web, come fonte di informazione, oggi più che mai viene sfruttato dagli stessi adolescenti per scoprire, indagare, su aspetti della sessualità che magari si prova ancora vergogna a chiedere ai propri cari, ha portato alla creazione di uno spazio di discussione sulla sessualità molto vasto e con più informazioni rispetto a quelle avute nelle generazioni passate. Questo è assolutamente da considerare un aspetto positivo, ma non si può negare che ha portato molti rischi per chi come gli adolescenti è più esposto, per sete di conoscenza, ad entrare nel giro di vere e proprie trappole, e il sextortion è l’esempio pratico! E proprio per questo mi domando: quale sarà l’effetto sulla futura vita sessuale di quei bambini che entrano in contatto, improvvisamente e in assenza di figure adulte, con le immagini della pornografia online o di informazioni prese dal web? Certamente una domanda che il mercato e lo sviluppo tecnologico non si pongono.
Un consiglio che mi sento di dare ai ragazzi riguardo l’uso dei social: evitare di dare “amicizia” a persone che non si conoscono, il fatto che qualche nostro contatto compaia nella lista delle “amicizie in comune” non significa nulla: potrebbe esserci cascato anche lui, e noi potremmo, accettando l’amicizia, indurre in errore qualche altro nostro amico; verificare ( esiste ad esempio un’app molto comoda, Google Lens ) la foto di questa signorina o di questo bel ragazzo che ci ha contattato: Google ci proporrà una serie di volti e di link associati alla sua foto, da cui probabilmente vedremo che quella foto appartiene a tutt’altra persona.