Sardegna, l’isola dei centenari…

I centenari sardi diventano un marchio registrato. L’elisir dell’immortalità è un brand, come la Coca cola o l’iPhone. La Sardegna in questi ultimi anni è diventata sempre più la terra degli immortali, come mostrano i media internazionali. Un primato così ambito da dover essere brevettato. A registrare il marchio “isola dei centenari” ci ha pensato uno dei maggiori studiosi delle “querce di Sardegna”, Luca Deiana, per anni docente di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare all’Università di Sassari, e uno dei maggiori studiosi del mistero dei centenari sardi. Da oltre 30 anni cerca di codificare i segreti dei nonnini che hanno sconfitto il tempo. E in questi anni ha messo insieme una mole di dati impressionanti che hanno consentito allo scienziato di spiegare perché la Sardegna è la terra dei centenari. «È proprio così – spiega –. Nella nostra isola abbiamo testimonianze certe che i centenari sono sempre esistiti. E sono una costante. Grazie alla ricerca che abbiamo portato avanti in questi anni, anche con il progetto Akea, possiamo dire con sicurezza che esiste una personalità del centenario sardo».

Non scende nei dettagli per spiegare quale è l’elisir dell’immortalità. Ma difende i suoi centenari con determinazione. Deiana è uno dei maggiori esperti di longevità nell’isola. Ma non si muove solo tra provette e dna. Lui i centenari li conosce per nome, va ai loro compleanni, ci ha parlato decine di volte.

Deiana contesta i dati della ricerca del Corriere della Sera che mette l’isola al tredicesimo posto, tra le regioni italiane, per aspettativa di vita. Lo scienziato precisa che centenari e aspettativa generale di vita non hanno nulla a che fare.

«Una cosa è parlare della durata media di vita di tutta la popolazione – spiega Deiana –, un’altra è discutere di centenari. Le due cose non sono in rapporto tra loro. La presenza dei centenari in una popolazione ha dei parametri a sé stanti. I criteri utilizzati di solito per parlare di aspettativa di vita non sono applicabili. Faccio un esempio. Il grado di istruzione è assolutamente irrilevante per un centenario. Al contrario ha un peso quando si parla di aspettativa di vita».

Impossibile fare una previsione anche sul numero futuro dei centenari. Deiana non lo dice in modo netto, ma i nonnini sono “materiale deperibile”, forti come querce, ma possono abbattersi all’improvviso.

«Faccio un esempio – continua Deiana –, a Thiesi ci sono 4 centenari ora. Il prossimo anno potrebbero essere sei, o diventare due. Impossibile fare previsioni».

Deiana, che completa un libro pieno di dati e ricerche proprio sui centenari, abbatte molte delle certezze che si sono stratificate in questi anni. «Per prima cosa non è corretto dire che esiste una zona dell’isola in cui ci sono più centenari – afferma –. Ho un censimento preciso fatto paese per paese, e posso dimostrare che la loro dislocazione geografica è molto variegata. Posso anche anticipare che in una ventina di centri dell’isola non è mai nato un centenario».

Ma Deiana non ha dubbi. La Sardegna è l’isola dei centenari. E il ricercatore è così certo di questo assioma che lo ha brevettato. «Ho dovuto farlo – continua –. In questi anni ho visto altri rubare termini, concetti e slogan che avevo creato ed erano frutto dei miei studi. Alla fine ho brevettato “isola dei centenari”, prima che qualche azienda lo scippasse. Se per questo ho fatto la stessa cosa con “Akea”. È l’acronimo di A kent’annos, a cento anni. È l’augurio che da sempre viene fatto in Sardegna. Ma è il nome della ricerca che porto avanti da più di 20 anni. Una ricerca che va al di là degli studi su dna, marcatori biochimici e proteine. I centenari che in questi anni abbiamo studiato sono diventati amici. Conosco le loro famiglie, vado ai loro compleanni». Nessuna iperbole. «Col nonnino di Tiana Antonio Todde, morto a 113 anni, abbiamo festeggiato insieme gli ultimi 10 compleanni. E Giovanni Frau di Orroli, scomparso a 111 anni, ha spento per 11 volte le candeline della torta con me davanti».

Deiana in questi anni ha costruito un enorme database in cui sono “schedati” tutti i centenari sardi. «Ho messo insieme tutti quelli che hanno superato il secolo di vita dal 1861 al 2017. Ho raccolto i dati Comune per Comune di tutti i 15 censimenti fatti dall’Istat dal 1861 al 2011, a questo ho aggiunto i dati fino al 2017. Ho i dati di 4mila centenari sardi che sono vissuti in questo lasso di tempo. Ma posso dire che abbiamo le prime attestazioni di centenari sardi dal secondo secolo dopo cristo. L’esistenza dei centenari in Sardegna è una costante nei secoli. E devo dire che superare il secolo nel 1700 o nel 1800 era un’impresa».

Resta da capire se diventare centenari sia tutta questione di Dna. «È indispensabile, ma da solo non basta, ci sono altri fattori, da quello alimentare a quello ambientale, a quello comportamentale. Anche se devo dire che esiste una personalità precisa del centenario».