Quattro chiacchiere con El!s per l’uscita di “Stendhal”

EL!S è un cantautore nato a Polignano a Mare nel 1991. Fin da giovane si è innamorato del pianoforte, attratto dalla vasta collezione di vinili di suo padre. Dopo aver sviluppato una passione per la musica classica, si è diplomato specializzandosi nella Popular music. Ha successivamente ampliato le sue competenze ottenendo due diplomi al CET di Mogol come compositore ed autore, e ha completato un master presso il CPM Music Institute. Dal 2013, EL!S ha girato l’Italia con gli Skanderground, accumulando più di 600 concerti e suonando in luoghi incantevoli. Ora sta seguendo anche una carriera da solista, desideroso di condividere le profonde emozioni e storie che custodisce dentro di sé attraverso la sua musica. La sua esperienza cosmopolita e la sua passione per l’arte lo hanno portato a stabilirsi a Milano, dove continua a coltivarla e ad esplorare nuovi orizzonti musicali.

Iniziamo conoscendoti meglio, come e quando è iniziata la tua passione per la musica?

La passione per la musica nasce da bambino. La mia prima casa era piena di vinili e so per certo di averli consumati quasi tutti, insieme alle puntine del giradischi che mio papà ha cambiato per anni e anni. Lui è un musicista autodidatta, nei pomeriggi invernali suonava sempre la chitarra ed io mi sedevo accanto ad ascoltarlo. Ho iniziato subito studiando il pianoforte e non l’ho mai più lasciato, facendolo diventare il mio compagno di viaggio, di vita, tra Conservatorio, Scuola di Mogol e CPM di Milano

Parlaci del tuo nuovo singolo. Com’è nato il testo? Qual è la sua storia?

Stendhal è nata una sera di febbraio, nel freddo di una piccola casetta che amavo. Scritta tutta d’un fiato, quasi in catalessi perché non ha avuto nessuna riesamina, nessuna modifica alcuna. Nasce per l’esigenza di raccontare l’incapacità di sostenere spesso un’opera d’arte, una bellezza. Il testo è ambivalente e può mostrare più facce della stessa moneta, lasciando libertà all’ascoltatore di vivere questa esperienza musicale in base al suo stato d’animo, alla sua storia. Non vuole imporre nulla, vuole solo lasciare tanto spazio e far vivere a pieno un’emozione, come quella che si prova guardando un quadro in un museo, ad esempio.

Cosa puoi dirci riguardo alla copertina del singolo?

La copertina per me resta qualcosa di magico. Ho pensato ad almeno altre 100 immagini nella mia mente prima di questa che, invece, nasce dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale guidata però con parsimonia dal sottoscritto; Vuole unire i concetti di “classico” e “contemporaneo”, utilizza il linguaggio di Van Gogh insieme a quello di Gauguin con la precisa richiesta di avere all’interno il mare perché, nonostante io oggi viva a Milano, la mia Polignano a Mare è l’ossigeno costante del mio essere, è l’inconfondibile profumo di casa a cui non potrei rinunciare.

Quali emozioni provi quando canti?

Per me non è solo una questione di canto. Sono un musicista a tutto tondo, pianista e tastierista e amo anche fare il corista. Le emozioni nel mio mondo partono dalla prima nota che metti al piano nella tua stanzetta fino all’ultima nota che pronunci sul palco. È un mettersi a nudo e raccontarsi, è un mostrare al mondo le tue ferite prima ancora delle tue vittorie. Non potrei essere più preciso di così, ma certamente direi che le emozioni in musica sono un ventaglio di sfumature che colorano la mia intera vita.

I tuoi progetti futuri? Qualche anticipazione?

Questo singolo è solo l’inizio del viaggio. Nei prossimi mesi chiuderemo il cerchio del concept album che racchiude anche Stendhal e sarà un percorso immerso tra elementi che richiamano la musica classica misti a generi musicali diametralmente diversi come il funky, il rock, l’hip hop e il cantautorato. Forme che si abbracciano e si sostengono insieme perché la musica non ha confini geografici e temporali.