Con “Perfetto”, Giulia Muti lancia un messaggio potente e liberatorio: “la perfezione esiste solo quando siamo fedeli a noi stessi”. Questa ballad pop racconta la storia di un amore giunto al capolinea, ma che continua a lasciare tracce nella vita di chi lo ha vissuto. Il brano si distingue per la sua introspezione e per una frase chiave che ne racchiude l’essenza: “io ci ho provato, ma eri tu che non c’eri”. Con una melodia che incanta e un testo che invita alla riflessione, Giulia riesce a trasformare un tema personale in un messaggio universale. Nell’intervista esclusiva, la cantante si aprirà al pubblico, condividendo il significato più profondo di questa traccia e il viaggio che l’ha portata a comporla.
Giulia, hai iniziato a scrivere e produrre musica giovanissima. Quali sono stati i momenti più significativi della tua carriera fino ad oggi?
Inizierei con il primo brano che ho pubblicato “Mnemosyne”; è stato un po’ la punta d’iceberg che ha dato inizio a tutto questo. Dopo la scomparsa di un mio zio caro ho sentito il bisogno di far uscire le mie emozioni ed è nata lei.
Dal mio rapporto con la musica, all’amore sia dal lato positivo che negativo; ogni brano raccoglie una parte importante della mia vita, lasciando spazio all’ascoltatore di potersi ritrovare nelle parole dei miei brani.
Ho avuto modo di collaborare con degli autori, sono stata affiancata nella scrittura anche da mia sorella, fino ad arrivare alla collaborazione con Alessio Bernabei.
Da “Mnemosyne” a “Perfetto”, come descriveresti l’evoluzione della tua musica e dei temi che affronti?
Musicalmente l’evoluzione è avvenuta attraverso l’aver mostrato come è cresciuta in questi anni la mia vocalità e il controllo che ho ottenuto.
Per quanto riguarda i temi trattati in realtà in tutti i miei brani ho spaziato molto tra amore, musica, vita quotidiana, ma ho sempre cercato di dar voce ai sentimenti e alla volontà di, comunque, in ogni caso, farcela e credere in se stessi senza farsi sottomettere dalle negatività che la vita ti fa incontrare.
Hai vinto premi importanti come quello per il miglior testo al tributo a Sergio Endrigo. Come vivi il riconoscimento del tuo lavoro come cantautrice?
È sempre una grande emozione ricevere riconoscimenti per la mia musica e arte.
Attraverso i miei brani metto a nudo alcuni lati di me e del mio vissuto e vedere i risultati che portano e i riconoscimenti che ricevono mi fanno credere più in me stessa e mi danno la forza per portare avanti il mio progetto.
Con “Perfetto” inauguri un nuovo capitolo della tua carriera. Cosa possiamo aspettarci dalla Giulia Muti del futuro?
Sicuramente tanta nuova musica, ho diversi brani in fase di produzione e sicuramente una nuova collaborazione con Alessio.
Non mancheranno eventi live e vivere sempre nuove esperienze.
Qual è il consiglio più importante che daresti a chi, come te, sogna di intraprendere un per- corso nella musica?
Il mio consiglio è quello di non fermarsi mai e fare sempre più esperienze possibili.
La musica così come l’arte in generale è fatta di fatica, impegno e dedizione anche se la strada sembra in salita, poi ti ripaga con le soddisfazioni che ti dà.
Credete sempre nei vostri sogni e nella loro realizzazione.