Ortensia primo avvocato donna ! … e da allora non smettono più di parlare.

Testo di Antonella Pappalardo

Di avvenenti e brave avvocatesse oggi i fori sono pieni , mentre cosa rara nell’ antichità era trovare un avvocato donna!
L’ antesignana dell’avvocatura al femminile nell’ antica Roma fu Ortensia, figura alquanto anomala in quanto alle  donne  non erano riconosciuti diritti. Esse , infatti, dovevano sottostare alla tutela di un uomo, prima il padre e, poi da sposate,  il marito e le uniche donne che godevano di una certa indipendenza erano le Vestali.
E’ risaputo che per i Romani le donne non potevano mai decidere ,  essendo considerate
inferiori per  ignorantia iuris (ignoranza della legge), imbecillitas mentis (inferiorità naturale), infirmitas sexus (debolezza sessuale), levitatem animi (leggerezza d’animo).
Di queste affermazioni , oggi non solo assurde ,ma illecite, non era affatto convinta la giovane  Ortensia che, nel 42 a.C. , intraprese a tutelare le ragioni delle donne romane contro una esosa imposizione fiscale ai loro danni .  La  sua orazione fu ritenuta straordinaria non solo per l’eccezionalità dell’evento ,ma anche per la puntualità  argomentativa.
Ortensia , raffinata oratrice, era la figlia di Quinto Ortensio Ortale famosissimo  avvocato e antagonista di Cicerone, diventato, poi ,console. Egli  aveva indirizzato la figlia
all’ istruzione superiore che i Romani riservavano esclusivamente  ai figli maschi.
Le donne dell’aristocrazia romana , essendo a conoscenza della  bravura di Ortensia, quando  si sentirono iniquamente danneggiate da una decisione dei triumviri  che ordinava una forte tassazione alle matrone, le chiesero di rappresentarle in tribunale.


In quella occasione  Ortensia dimostrò le sue capacità perché seppe utilizzare  le argomentazioni del diritto romano asserendo che , se alle donne era negato l’accesso al potere ed alle cariche della magistratura , non doveva essere chiesto nemmeno  il pagamento di tasse per il suo esercizio. Fu, così, superato il tradizionale divieto di parola pubblica femminile! Significative e toccanti furono le argomentazioni addotte ! Le guerre esterne e civili – affermò –  hanno privato le matrone di padri, figli, mariti e fratelli , per cui, non avendo più, in molti casi, alcun familiare maschile che le tenga sotto tutela e che le rappresenti davanti alla legge ,  possono e devono difendersi da sole. Testualmente  la giovane oratrice asseri’ : “Perché mai  le donne dovrebbero pagare le tasse, visto che sono escluse dal potere e dalla vita pubblica?”. 

La causa fu vinta : vennero  tassate, infatti, solo 400 matrone ricchissime rispetto alle iniziali 1400. Del tutto  singolare fu per la società romana che una donna fosse riuscita  a far riconoscere le ragioni di altre donne, parlando pubblicamente,  davanti ad un tribunale di soli uomini.
Tutto ciò,però non segnò la definitiva  conquista di parola pubblica da parte delle donne , in quanto  provvedimenti dei decenni successivi si preoccuparono di sanare tale  “anomalia” con un esplicito divieto di accesso, per le donne, a tutte le cariche pubbliche e alla magistratura. Divieto, questo, rimosso assai tardi  anche nell’Italia del Novecento. Ortensia, comunque, rimarrà nella storia come la  prima grande e illustre figura di donna  avvocato che ha fatto risuonare nella Roma repubblicana una voce autorevole in difesa dei diritti delle donne .