Nuovo dpcm, Speranza: “Serve unità. Stato emergenza fino al 30 aprile”

alternate text

Il ministro della Salute nella comunicazione alla Camera sulle ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19.

Proroga dello stato di emergenza fino al 30 aprile, una nuova zona (bianca) con livelli epidemiologici molto bassi, conferma del divieto di spostamenti anche in zona gialla e dell’indicazione di poter ricevere a casa massimo due persone. A presentare il nuovo Dpcm il ministro della Salute Roberto Speranza, nella comunicazione alla Camera sulle ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 . “Il 2020 è stato un anno difficile e lungo. Senza sforzo unitario delle istituzioni non si può arginare e sconfiggere questo nemico incredibilmente forte che ci ha costretto a rinunciare alla nostre libertà. Non c’è strada diversa che l’unità per affrontare l’emergenza che stiamo vivendo”, ha detto. “Questa settimana c’è un peggioramento generale della situazione epidemiologica in Italia – ha affermato il ministro – aumentano le terapie intensive, l’indice Rt e focolai sconosciuti. Non facciamoci fuorviare: l’epidemia è nuovamente in una fase espansiva”. “In tutta Europa sta montando una nuova forte tempesta – ha evidenziato – Il virus verrà piegato con i vaccini ma adesso continua a circolare con forza crescente e può di nuovo colpirci molto duramente”.

“In Italia non facciamoci portare fuori pista dalla circostanza che attualmente abbiamo un numero di casi leggermente più basso rispetto ad alcuni altri grandi Paesi europei. I dati dell’ultima Cabina di monitoraggio sono molto chiari e non vanno assolutamente sottovalutati”, ha avvertito. In particolare, “per la prima volta nell’ultima settimana, dopo 6 settimane, il dato di Rt è superiore a 1”.

“I dati ci dicono – ha dettagliato Speranza – che l’Rt, calcolato sui casi sintomatici, è pari a 1,03: 3 Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel livello inferiore di valutazione; 6 Regioni lo superano nel valore medio, una lo raggiunge e 3 lo sfiorano”. Quanto all’incidenza, “quella nazionale, a 14 giorni, torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita; negli ultimi 14 giorni passiamo da 305,47 nuovi casi per 100mila abitanti nel periodo 14-27 dicembre a 313,28 nuovi casi nell’arco temporale che va dal 21 dicembre al 3 gennaio. E nonostante la settimana in valutazione sia stata caratterizzata da un numero più basso di tamponi nelle giornate festive, si osserva di nuovo un aumento dell’incidenza nel Paese, che oggi è di 166,02 per 100mila abitanti in una settimana”.

“C’è un drammatico mutamento dell’indice di rischio attribuito alle singole regioni: 12 regioni e province autonome sono ad alto rischio, otto sono a rischio moderato, di cui due in progressione a rischio alto nelle prossime settimane, e una sola regione è in questo momento a rischio basso”, ha affermato.

“Lunedì dopo un confronto con le Regioni abbiamo avviato il lavoro del nuovo dpcm che sostituirà quello in scadenza il prossimo 15 gennaio – ha quindi annunciato Speranza – Nel nuovo decreto prevediamo una conferma delle misure fondamentale già vigenti e del modello per fasce differenziate che ci ha consentito di abbassare la curva tra novembre e dicembre”.

“E’ inoltre intenzione del Governo confermare il divieto di spostamenti anche in zona gialla, ridurre gli assembramenti negli spazi antistanti i locali pubblici a rischio di aggregazione attraverso la limitazione dell’asporto per i bar a partire dalle 18 e confermare l’indicazione di poter ricevere a casa massimo due persone non conviventi come già avvenuto durante le vacanze di Natale e stabilire l’ingresso in area arancione tutte le Regioni a rischio alto secondo i 21 parametri definiti dal decreto del 21 aprile”, ha precisato il ministro.

“Quando tutti i parametri peggiorano contemporaneamente abbiamo l’obbligo di prendere nuove misure proporzionali al rischio e il Governo ritiene inevitabile prima di tutto prorogare al 30 aprile lo stato di emergenza”, ha annunciato inoltre Speranza. “E’ intenzione stabilire una quarta area oltre quelle rossa, arancione e gialle, un’area bianca che potrà scattare solo con livelli epidemiologici molto bassi, incidenza sotto i 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, Rt sotto 1 e indice di rischio baso. In quest’area le limitazioni saranno relative alle regole fondamentali come indossare le mascherine. E’ difficile quest’area possa scattare nel breve ma iniziamo ad indicare un percorso di speranza per i mesi che verranno”, ha fatto sapere ancora.

“Teniamo fuori dalla battaglia politica la salute degli italiani. Serve una forte e leale collaborazione tra le Istituzioni – ha poi detto Speranza – Il Paese che si stringe a coorte per essere vicino ai nostri medici e infermieri che combattono in prima linea. Serve unità a Roma come in tutte le Regioni, siamo nell’ultimo miglio, un passaggio delicato e difficile per vincere battaglia contro un nemico invisibile, adesso ancor di più che nelle altre fasi dell’epidemia”.

“Ero e resto convinto che, in un clima positivo e di dialogo, la stragrande maggioranza degli italiani deciderà di vaccinarsi” contro Covid-19 “senza necessità di ricorrere all’obbligo. A chi ha dubbi dobbiamo rispondere con trasparenza, con l’evidenza scientifica, con la capacità di ascolto e di dialogo, non con gli insulti o con una guerra ideologica tra fan della scienza e primitivi delle caverne”, ha affermato ancora il ministro. “E’ chiaro – ha comunque precisato – che per il Governo resta fondamentale l’obiettivo dell’immunità di gregge, che perseguiamo con ogni energia”.

Non trascorreranno troppe settimane prima che si approvi un terzo vaccino– ha affermato ancora Speranza – una data segnata in rosso sul nostro calendario è quella del 29 gennaio”, quando l’Ema potrebbe approvare il vaccino di AstraZeneca. “Con il vaccino di AstraZeneca, avremmo a disposizione altre dosi fondamentali per la nostra campagna di vaccinazione”.

Sempre nel primo trimestre dell’anno – ha aggiunto – è attesa l’autorizzazione per il vaccino di J&J“. Ancora, “negli ultimi giorni la Commissione europea ha annunciato l’acquisto di ulteriori dosi di vaccino Pfizer/BioNTech, per una fornitura di vaccini che per l’Italia significherebbe altri 40 milioni di vaccini, di cui i primi 9 a disposizione nel secondo trimestre. Altre interlocuzioni sono in corso anche con Moderna, che ha già aumentato le proprie forniture con l’Europa da 80 a 60 milioni di dosi, di cui 20 arriveranno all’Italia”.

“Al Parlamento e a tutti gli italiani voglio trasferire un messaggio di fiducia: l’Italia, il Governo nazionale, le Regioni e le Province autonome, tutto il Servizio sanitario nazionale, sono pronti ad aumentare notevolmente il numero di vaccinazioni da effettuare quotidianamente appena saranno autorizzati nuovi vaccini”, ha rimarcato il ministro nella comunicazione al Senato.

“Questa campagna, che per dimensioni non ha eguali nella storia recente delle nazioni, è una lunga e difficile maratona, non una gara di velocità – ha osservato – Ecco perché guardiamo con soddisfazione alle attuali statistiche, ma siamo tutti consapevoli che siamo solo all’inizio e che c’è ancora tantissimo da fare per raggiungere nuovi risultati e portare avanti il nostro lavoro”.