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A cura di Carlo Ferrajuolo
Ma il vero museo del fallo si trova a Castelmola (Taormina)…
Il Bar Turrisi è una delle mete imprescindibili per chi visita il borgo di Castelmola. La sua fama mondiale è dovuta al suo particolarissimo arredamento. Ogni cosa al suo interno ha la forma o richiama un fallo. Non fatevi spaventare, l’atmosfera al suo interno è assolutamente tranquilla e affascinante. Per un’esperienza completa si consiglia di degustare il tipico vino alla mandorla, servito in bicchieri, ovviamente a forma di fallo. Il Bar si articola su quattro diversi piani e da ognuno dei suoi balconi, che affacciano sulla piazza del Duomo di San Nicola, si può godere di un panorama mozzafiato.
La storia del Bar Turrisi di Castelmola
Una delle sale interne del Bar Turrisi
Il Bar Turrisi di Castelmola viene fondato nel 1947 da Salvatore Turrisi. Figlio di un carbonaio che, una volta terminata la seconda Guerra Mondiale fa il suo ritorno a Castelmola. Decide però di non seguire le orme del padre che lavorava in campagna. Apre quindi un piccolo bar a pochi passi dal Duomo di San Nicola. Inizialmente era un locale dove si vendeva di tutto: mandorle, pupi siciliani, sedie, gazzose, vino. Col passare degli anni assunse l’aspetto di un vero e proprio bar, dove veniva servito anche il famoso vino alla mandorla. La fama del Bar Turrisi nasce però dal suo arredamento molto particolare. Salvatore Turrisi infatti iniziò a riempire il suo locale con simboli fallici. Il locale, che oggi è arrivata alla terza generazione, con il nipote Massimo Turrisi, è famoso in tutto il mondo proprio per questo motivo. Negli anni Novanta un articolo della rivista Focus ha inserito il Bar Turrisi tra i “sette locali più particolari al mondo”.
I falli del Bar Turrisi: fecondità, sicilianità e fortuna
Una delle statuette falliche all’interno del Bar Turrisi di Castelmola
Quando entrerete nel Bar Turrisi vi renderete conto che ogni ogni cosa al suo interno, dalle maniglie delle porte, alle lampade, alle piastrelle del pavimento ha la forma o richiama il pene maschile. Vi starete forse chiedendo il perché di questa scelta così bizzarra. Pare che Salvatore avesse due grandi passioni: le donne e la mitologia greca. Così, ispirandosi all’iconografia del culto di Priapo, dio greco della fertilità, iniziò ad arredare il locale con simboli fallici. Nel corso degli anni la collezione di oggetti diventò sempre più grande, grazie anche ai regali degli amici. Dopo Salvatore, la gestione del Bar Turrisi passò al figlio Giuseppe che accentuò ulteriormente la presenza di oggetti fallici in tutto il locale. L’attuale proprietario Massimo, il nipote di Salvatore Turrisi, nel 2014 ha deciso di rifare interamente il locale, cercando di armonizzare tutti gli elementi in modo più elegante, a volte anche stilizzandoli.
Il rito del vino alla mandorla, l’elisir d’amore
Uno dei prodotti tipici di Castelmola è il vino alla mandorla. Si tratta di un’antica ricetta di origine greca che prevede di aromatizzare il vino mettendo in infusione mandorle amare, essenze agrumarie e aromi naturali. Ad inventarlo fu Don Vincenzo Blandano, proprietario di un altro locale storico di Castelmola cioè l’Antico Caffè San Giorgio. Anche Salvatore Turrisi era solito offrire ai suoi ospiti un vino alla mandorla, preparato da lui che ovviamente era presentato come un elisir d’amore. Il primo storico nome del Bar Turrisi fu proprio “Taverna del mandorlo in fiore”. Ovviamente degustare il vino alla mandorla nel Bar Turrisi, servito rigorosamente in bicchieri a forma di pene, è una delle cose da fare assolutamente a Castelmola. Magari per accompagnare un cannolo alla ricotta, il dolce siciliano per eccellenza e anche questo, a quanto pare, chiaro riferimento fallico.
Taormina e Castelmola tra amori, passione e apertura mentale
Non è un caso se un locale come il Bar Turrisi, trionfo della passione e della fertilità si trovi proprio a Castelmola. Dall’Ottocento in poi infatti, Taormina e Castelmola iniziarono a diventare una piccola oasi felice in Sicilia, dove prosperarono amori, passione e apertura mentale. Se visiterete Casa Cuseni, a Taormina, potrete ammirare le decorazioni in stile Arts and Crafts che Frank Brangwyn ha realizzato per la dining room. Qui un murales racconta l’amore omossesuale di Robert Kitson e Carlo Siligato e della loro storica adozione di un bambino, avvenuta nel 1908. La fantasia del cavaliere Turrisi forse è stata stuzzicata anche dalla serie di nudi di Wilhelm von Gloeden. Il fotografo tedesco realizzò nell’Ottocento diversi scatti ispirati alle statue dell’antica Grecia, utilizzando come modelli giovani ragazzi del luogo. E che dire del libro che tanto scandalizzò l’Inghilterra vittoriana: L’amante di Lady Chatterley? Pare che ad ispirare David Herbert Lawrence fosse stata la relazione della moglie Frieda Von Richtofen con un mulattiere di Castelmola: Peppino d’Allura.