C’è qualcosa di profondamente autentico nel nuovo singolo dei Megaride, «‘Ntò», che trasforma la routine in poesia urbana, le giornate in cantiere in una sceneggiatura da film indie. La band, nata in maniera genuina – tra prove in saletta e il desiderio di trovare una valvola di sfogo comune – porta con sé non solo un sound riconoscibile, ma anche un forte legame con la propria terra, dichiarato fin dal nome scelto: Megaride, l’antica isola su cui sorge il Castel dell’Ovo, simbolo profondo di Napoli.
Con questo brano, i Megaride raccontano un frammento di vita reale, ispirato a una giornata densa e afosa tra le vie di Foggia, condivisa da Gianmarco, voce del gruppo, e un collega di lavoro. Un racconto fatto di sudore, stanchezza e complicità, in cui il rapporto umano diventa ancora una volta àncora di salvezza.
Li abbiamo intervistati per farci raccontare qualcosa in più su questo nuovo singolo, ma anche sul loro percorso, i sogni futuri e il desiderio (neanche troppo velato) di far arrabbiare James Senese.
Come è nata la vostra band e cosa rappresenta il nome “Megaride” per voi?
Nasce nel più classico dei modi: quattro ragazzi che si riuniscono nella saletta di fiducia per poter aprire la loro valvola di sfogo.
Il nome Megaride è il modo per portare sempre con noi la nostra terra e le nostre origini.
Parlateci del vostro nuovo singolo «‘Ntò». Come è nato il testo? Qual è la storia che racconta?
“Le mie toste giornate filavano così, tra un tiro a canestro e un film di Spike Lee [cit.]” cosi si potrebbe sintetizzare la nascita di ‘NTÒ.
L’idea nasce da un’afosa giornata lavorativa di Gianmarco (voce) in quel di Foggia, condivisa insieme al collega Antonio.
Il testo racconta delle interminabili giornate lavorative dei due e di come ci si aggrappava al rapporto umano come unica via di fuga.
Potete raccontarci qualcosa sul videoclip del singolo? Qual è il concept dietro le immagini che avete scelto?
Il videoclip, nel quale ritroviamo diverse scene del film “Hell’s Highway”, ricalca quella che potrebbe essere l’atmosfera tipo di un’intensa giornata lavorativa in cantiere, chiaramente estremizzata.
Quali emozioni provate quando vi esibite insieme e cantate come gruppo?
Divertimento, sano e puro divertimento.
Se poteste collaborare con qualsiasi artista, vivo o del passato, chi scegliereste e per quale motivo?
James Senese. Ma solo per la speranza di farlo arrabbiare e ricreare la scena del film “No grazie il caffè mi rende nervoso”.
Quali sono i vostri progetti futuri? Ci potete dare qualche anticipazione su ciò che avete in serbo?
Restiamo umili. La conquista del mondo è il prossimo step!