Due denunce per il saccheggio di Gucci nel capoluogo piemontese. Molotov e sassaiole. Da Milano a Pescara proteste in tutta Italia contro il semi-lockdowndi.
nullIl fuoco delle piazze accende il buio della prima serata di semilockdown d’Italia. Torino è devastata nel suo cuore, Piazza Castello. Bombe carta e lanci di bottiglie contro la sede della Regione e poi la violenza dei manifestanti che distrugge le vetrine della strada dello shopping di lusso in via Roma. L’Apple store, Gucci, Geox, le grandi firme finiscono in frantumi, i negozi saccheggiati mentre i manifestanti incappucciati, tra cui le forze dell’ordine riconoscono volti noti degli antagonisti e degli ultras, fuggono inseguiti da polizia e carabinieri dopo un paio di cariche e cercano di coprirsi la fuga con una fitta sassaiola e lancio di molotov. A Milano 28 persone vengono portate in questura, di cui 13 sono minorenni. Tra questi alcuni hanno piccoli precedenti. Diciotto sono italiani e dieci stranieri.
Denunciata anche una ragazza anarchica mentre i restanti non sono riconducibili a gruppi conosciuti.
Saccheggiano tutto quello che trovano, distruggono i dehors di quegli stessi bar e ristoranti i cui titolari erano scesi in strada pacificamente, nella manifestazione convocata a piazza Vittorio, per dire no alle chiusure disposte dal nuovo Dpcm. Dieci tra poliziotti e carabinieri finiscono in ospedale, insieme a un fotografo colpito al capo da una bottiglia.
A piazza Castello, davanti al teatro Regio, la notte di guerriglia finisce con gli idranti che cercano di spegnere un fuoco in cui bruciano monopattini e pedane di legno dei dehors distrutti. In dieci vengono fermati, cinque sono ultras. Bloccati anche due nordafricani che avevano approfittato degli scontri per riempire i loro borsoni con i capi firmati e le borse di Gucci. Ma non è solo Torino. La miccia innescata tre giorni fa a piazza Plebiscito a Napoli è già riuscita a propagare il fuoco da un capo all’altro d’Italia: Torino, Milano, Trieste, Lecce, Viareggio, Pescara, Catania, Cremona. L’Italia in rivolta.