Leria e il coraggio di restare nel dolore: “Oltre te” racconta il buio prima della rinascita

Con “Oltre te”, terzo singolo del suo progetto musicale, Leria sceglie di non fuggire dal dolore, ma di abitarlo consapevolmente. Il brano affronta il crollo emotivo che segue la fine di una relazione apparentemente perfetta, trasformando un’esperienza devastante in un potente atto creativo. In un panorama musicale spesso orientato a edulcorare le ferite, Leria compie un gesto controcorrente: mette in primo piano la sofferenza, le sue sfumature, il suo potere trasformativo.

Il pezzo si sviluppa su un ritmo incalzante che restituisce tutta l’ambivalenza emotiva della protagonista: rabbia e malinconia, nostalgia e desiderio di rinascita. Il suono, più crudo rispetto alle produzioni precedenti, suggerisce un cambiamento di direzione artistica che accompagna quello interiore. La voce, a tratti graffiata, a tratti fragile, incarna perfettamente il momento di frattura in cui ogni certezza sembra dissolversi.

“Oltre te è il terzo singolo del progetto Leria e, come i due precedenti, rappresenta la mia svolta personale e artistica”, racconta l’artista. “Qui ho voluto sperimentare uno stile diverso dal mio solito. Mi sono concessa di mettere in primo piano il dolore, di affrontarlo senza paura”.

Il messaggio è chiaro: non c’è rinascita senza prima attraversare il buio. Un invito a stare nei propri abissi senza scappare, perché è lì che inizia il cambiamento autentico.

Iniziamo conoscendoti meglio, come e quando è iniziata la tua passione per la musica?

Ciao e grazie per questo spazio che mi state dando.

Ho iniziato a cantare da piccola, nel coro della chiesa e nelle recite scolastiche, e già allora avevo capito di avere un’affinità particolare con la musica. A 14 anni ho scoperto di poter raccontare le mie emozioni con le canzoni, quando ho scritto il mio primo brano, “Dove sei”, dedicato a mio nonno. Da allora l’ho fatto tutte le volte che avevo bisogno di dire qualcosa e non riuscivo a farlo in nessun altro modo.

Parlaci del tuo nuovo singolo. Com’è nato il testo? Qual è la sua storia?

Ogni volta che scrivo, parto da un’esperienza personale. Anche in questo caso, ho trasformato il mio dolore in musica. La fine di una relazione porta sofferenza, soprattutto se si era trasformata in qualcosa di soffocante e distruttivo, ma è anche l’occasione per esplorare se stessi, per crescere e capire di cosa abbiamo davvero bisogno. È importante trovare il coraggio di tirarsi fuori da una situazione nociva, con la consapevolezza che meritiamo e possiamo avere di meglio.

Cosa puoi dirci riguardo il videoclip del singolo?

Il videoclip non è ancora uscito e al momento non ho previsto una data per questo. Vorrei creare qualcosa di diverso da ciò a cui sono abituata e che, senza cadere nel banale, rifletta nel miglior modo possibile le emozioni di questo brano.

Quali emozioni provi quando canti?

Un giorno una persona mi ha detto che è come se io vivessi tutte le mie giornate soffocata, con un peso sulla testa che mi costringe a stare sott’acqua. Quando salgo sul palco, riemergo dal fondo e torno a respirare.

Penso che questa descrizione sia perfetta per spiegare ciò che provo.

I tuoi progetti futuri? Qualche anticipazione?

Lavoro di continuo su nuova musica. A breve ci saranno dei live e spero di realizzare un grande progetto su cui sono concentrata da un po’. Al momento non anticipo nulla, posso solo dire che ce la sto mettendo tutta.