Redatto da: Raffaela Santoro
Salvatore Ardita, è nato l’1 marzo 1946 a Portici (Napoli), già Ispettore Superiore UPS del Corpo della Polizia Penitenziaria, fin dagli anni ’90, iniziò a comporre numerosissime prose e vari racconti. Ciò come conseguenza di esperienze, alcune negative e molte positive vissute nell’ambito del “Pianeta Carcere”, luogo del suo lavoro che, suo malgrado, lo hanno coinvolto soprattutto nella vita privata, affettiva e sociale. Esperienze colme di sensibilità ed una umanità infinita, che traspare in tutta la sua forza poetica e di Narratore come dalla lettura della sua poesia “Io il Carceriere”e dai suoi racconti. Durante la sua oltre trentennale vita vissuta nel mondo penitenziario, ha raggiunto vari livelli sociali, ma nulla è cambiato nel suo essere e nel suo esistere, così come ho letto in un suo scritto, intitolato: “Un mondo piatto ed omogeneo”. Questo è oggi il suo mondo, nel quale vivere dimenticando le brutture della civiltà, di questo strano mondo sempre in guerra con se stesso, senza futuro se l’uomo non cercherà di fermare l’olocausto prodotto dalla sua stupidità, che sta’ martoriando questo nostro pianeta, al solo scopo di conseguire un potere assoluto. Salvatore Ardita è un poeta con una sensibilità attribuibile solo a pochi. Egli si è sempre definito “Il Poeta del tempo perduto” ma sono certa che il suo vivere non è invano perché, un uomo che parla d’amore, che ama il creato che lo circonda, che rispetta i propri simili senza distinzione di colore, ceto sociale o credo religioso, è un vero essere umano degno di questo aggettivo più di ogni altro.
Le sue opere fanno sognare ed in questo millennio, ognuno di noi ha bisogno di propri reali sogni ed aspirazioni per costruire un mondo migliore.
Da quanti anni scrive racconti e poesie?
<<Dagli anni ’90, inizialmente per eliminare dal mio esistere le angosce prodotte da mostri che avevano preso il sopravvento sul mio esistere. Poi quasi per gioco su invito di un mio collega che aveva letto alcuni manoscritti miei, ma devo dire di essere grato a lui e alle sue insistenze se in seguito ho continuato a farlo partecipando ad una selezione di prose del Centro Culturale “Antitesi” di Roma, dove fui premiato come poeta e scrittore. Da qui le cose diventarono più serie impegnandomi maggiormente, facendomi conoscere da colleghi, amici e parenti ai quali inviavo dei libretti autoprodotti. Da queste conoscenze il passo è stato breve per sentirmi raccontare storie vere di vita vissuta che i narratori mi invitavano a scriverne una storia e così ho fatto con il loro consenso>>.
Quanti libri ha scritto fino ad ora?
<<Fino ad oggi ne ho pubblicati 11 più 4 terminati ultimamente ma non ancora pubblicati ed 1 in corso di completamento>>.
Quali sue emozioni la conducono a scrivere poesie? Cosa l’ha spinto a dedicarsi alla scrittura?
<<C’è un momento della vita, in buona o cattiva sorte, che fa scattare qualcosa in noi. Ogni persona, in quel preciso istante della propria vita, inizia ad esprimere le proprie emozioni in tante maniere con hobby di qualsivoglia genere. Io ho iniziato a mettere penna su carta prima con poesie e poi con racconti. Non contento di ciò ho anche espresso le mie e mozioni dipingendo ad olio su tela oltre ad un hobby con il lavoro dei legno, piccoli oggetti per la mia casa ed utilità in famiglia>>.
Ha una o più poesie alle quali tiene particolarmente a cuore?
<<Si! Le poesie: “O FIGLIA, FIGLIA, FIGLIA” e “CHI SEI?”. E queste te le dono in copia>>.
Quali sono i personaggi dei suoi racconti veri che le sono rimasti nel cuore?
<<Quattro sono i racconti realmente accaduti: “IL VELO DI MAYA” – “IL DIARIO DI UNA MADRE” – “HENGEL” – “IL CANTO DELLA PRIMAVERA” – “UNA ESTATE DI TANTI ANNI FA” -. Il primo tratta di una storia d’amore reale ma finita male, anche se la parte finale del racconto l’ho appositamente modificato per dare maggiore romanticismo alla storia; il secondo perché tratta la vera storia della battaglia e della sofferenza di una madre nel tentare di tutto per salvare la propria figlia ammalata di cancro; il terzo tratta della storia drammatica di una trovatella, della violenza psicologica prodotto ad una bambina e cosa più grave, la violenza sessuale subita in tenerissima età. Senza contare gli sviluppi successivi durante l’adolescenza fino a quando è diventata donna adulta e madre. Storia terribile. Il quarto libro riguarda anch’esso della storia di una bambina anche lei a tentativi di violenza sessuale, oltre alle problematiche inerenti il suo stato di quasi cecità che psicologicamente l’hanno portata a fidarsi di altri uomini dai quali non ha ricevuto nulla se non disorientamento e poca fiducia negli uomini.Il quinto tratta di una storia d’amore realmente accaduta con parti di riferimenti a realtà semi-autobiografici il cui finale è stato modificato dalla realtà per non identificare i protagonisti dovendo riservare l’anonimità>>.
Scrive sempre racconti tratti da storie vere o anche di fantasia?
<<Si, quando me ne capitano le occasioni preferisco scrivere racconti dal vero perché sono storie umane che accadono in tutto il mondo ma che spesso nessuno vuole leggerle, forse perché rievocano i mostri che ciascuno di noi si porta dentro di se. Ho scritto anche qualcosa di fantasia ma è molto poco, preferisco la realtà>>.
Può accennare al suo lavoro nel mondo del pianeta “Carcere”.
<<Non è tanto semplice, ci vorrebbe una giornata intera perché il pianeta carcere è un mondo a se stante, dove solo pochi cosiddetti privilegiati, cittadini esterni, volontari e politici, possono accedervi e se vogliamo parlare di emozioni di quest’ultimi, sono assai discordanti con quanto pensa il cittadino libero. La maggior parte della popolazione italiana esterna quando accade un fatto grave che costituisce reato contro la società, tutti inveiscono contro il latore del reato stesso, poi quando una volta il “reo” entra in carcere, improvvisamente per la gente diventa un “poveretto” da compatire. Ma quando il “poveretto” esce dal carcere tutti lo schivano e nessuno, dico nessuno istituzioni comprese, non lo aiutano a reinserirsi nella nostra poca organizzata società. Credo che la risposta completa a questa domanda si possa leggere nel libro “UN ERGASTOLO PER LAVORO” che sarà pubblicato quanto prima.
Ha dei libri in corso di stesura?
<<Si , LA COLPA DEL SILENZIO – ‘O TURMIENTO D’O CORE (poesie in vernacolo) . I TRADIMENTI DELLA POLITICA – UN ERGASTOLO PER LAVORO. (Questi quattro sono già completati mentre il racconto: NEL REGNO DELL’INFAMIA – è in corso di completamento>>.
Con quali Editori ha pubblicato alcuni suoi libri e quanti in auto pubblicazione?
<<In auto pubblicazione presso i siti: www.ilmiolibro.it – www.lulu.com – con Editori: Sacco Arduino Editori – Sangel Edizioni – Book Sprint Edizioni ->>.
Cosa pensa del suo futuro di scrittore e poeta?
<<Finché c’è vita c’è speranza di continuare a scrivere sia racconti che poesie e spero che la gente li legga per annusare le emozioni che traspirano dalle parole dei racconti e delle poesie, a volte immedesimandosi nei personaggi dei racconti o provare le stesse emozioni del poeta>>.
** O FIGLIA, FIGLIA, FIGLIA… **
Il giorno
Che ho amato tua madre
Non sapevo
Che tu saresti nata
Né sapevo
Che parte di me
Avrebbe vissuto
Anche dopo il mio andare
Per le tenebre del mondo…
O figlia, figlia, figlia…
Perdonami se non sarò
Sempre accanto a te
E se
Nei momenti difficili
Della tua vita
Potrai ricavare forza
Solo dal mio ricordo
E non da una mia parola
O da una mia carezza…
O figlia, figlia, figlia…
Perdonami…
Perdonami se sono stato
Poco padre
E se resto solo un mito…
** CHI SEI?… **
Lo vidi lì,
Solo,
Pensieroso,
Lo sguardo spento
Verso l’orizzonte…
Gli occhi lucidi
Di un pianto silenzioso
Senza singulti
Mentre
Una ruga di tristezza
Gli solcava il viso…
Avrei voluto
Dargli conforto
Ma non trovai le parole
E allora gli chiesi:
-“Chi sei?…”-
Mi rispose:
-“Il tuo destino…”-
Allora capii E piansi con lui…
Pensiero
“UN UOMO PIATTO ED OMOGENEO”
Durante l’evoluzione di una parte della mia vita, ho sempre abitato al piano terra della nostra civiltà, costretto a mirare un unico mondo piatto ed omogeneo.
Un giorno poi, casualmente, mi sono spinto ai piani più alti e, con mio grave rammarico, ho potuto conoscere una realtà, purtroppo esistente, che non conoscevo né avrei potuto vedere fin quando ero al piano terra.
Sono rimasto turbato, disgustato, arrabbiato, avvilito e, da quel giorno, ho preferito tornare al piano terra dove, quel mondo piatto ed omogeneo, pur nel suo innaturale grigiore, non mi mostrava null’altro se non la propria infinita tristezza.
Ciò perché, purtroppo, avevo preso conoscenza di quanto esisteva al di fuori di quel mondo strano, nei cosiddetti piani alti…
Ciò mi strinse il cuore…
Povera umanità, anch’essa piatta ed omogenea, così voluta con bieca malvagità da coloro che tirano i fili della vita di ogni essere umano, come fanno i burattinai, solo per far compiere a questi ciò che un potere mal gestito vuole imporre esclusivamente per propri interessi di parte e non per gli esseri umani del piano terra che, comunque sia, formano questa nostra anche se poca organizzata società…
Un uomo piatto ed omogeneo definito:
“Il Poeta del Tempo Perduto”