Tecnica e intelligenza tattica hanno sempre fatto da cornice al grande campione Franco Porzio, ex pallanuotista medaglia d’oro olimpionica e detentore del titolo mondiale con il famoso “Settebello” del grande coach Ratko Rudić. Nel corso della sua carriera si è sempre distinto oltre che per i risultati ottenuti in piscina, anche per la correttezza che ha sempre di avere nei confronti dei suoi avversari. Tanti premi e i titoli che si è conquistato con impegno e duro lavoro, senza mai perdere di vista i suoi obiettivi. Porzio è un personaggio che è sempre impegnato in attività e in nuovi progetti in ambito imprenditoriale e sociale. La redazione di ilovemagazine.it e l’Istituto Tecnico Economico Luigi Amabile hanno raggiunto Franco Porzio che si è raccontato.
Come lo sport può influire nella vita dei ragazzi?
<<Lo sport sicuramente, come la scuola e come la chiesa è uno strumento educativo e formativo importante per la crescita dei giovani perché insegna il rispetto, la lealtà e la convivenza, l’accoglienza e la condivisone. Quindi è un po’, diciamo, quella che è la vita di tutti i giorni, lo sport insegna molto e soprattutto forma le personalità e i caratteri dei ragazzi>>.
Quale ricordo sportivo o legato allo sport ricorda con più emozione?
<<Sarebbe facile dire le medaglie che ho vinto alle olimpiadi, ai mondiali e agli europei, però io ricordo molto volentieri, impresso nella mia mente, quando ero ragazzo e giocavo a livello giovanile, le trasferte, le vittorie ai giochi della gioventù, la crescita nei settori giovanili con i risultati che oggi, dopo tanti anni, me li ricordo come se fossero vivi nella mia mente, con un’emozione sempre particolare>>.
Quale ritiene il traguardo più grande raggiunto tramite lo sport?
<<Tutti gli atleti che fanno attività sportiva, hanno l’ambizione di vincere qualcosa di importante, io ho avuto la fortuna e il piacere di poter vincere un oro olimpico, una medaglia d’oro mondiale e una europea, ma le olimpiadi sono il massimo traguardo>>.
Quali sogni e quali obiettivi vuole realizzare per il futuro?
<<Vorrei continuare a fare quello che sto facendo, dopo la fine della carriera, abbiamo aperto degli impianti sportivi, abbiamo una realtà sportiva di nome Acquachiara, siamo nati da zero e siamo arrivati nelle discipline di nuoto e pallanuoto, maschile e femminile, a traguardi impensabili, come la finale internazionale di coppa europea con la squadra maschile, abbiamo portato tutte e due le squadre in A1. Vogliamo continuare con questo e ovviamente “Acquachiara” non è solo parte sportiva, ma è anche diffusa sul territorio, cerca di far crescere i giovani facendoli fare attività, ma noi siamo anche una scuola, un riferimento anche educativo, abbiamo allenatori e istruttori che insegnano non solo a nuotare e a giocare, ma anche la disciplina, l’educazione e sono dei riferimenti per gli atleti>>.
Da atleta a manager come è cambiata la vostra vita nel mondo dello sport?
<<Sicuramente era molto meglio giocare che fare quello che sto facendo adesso (ride), però tutto questo è il proseguimento della mia carriera sportiva, ci sono situazioni che mi piacciono molto come quella di organizzare e amministrare una realtà sportiva, mettere insieme tanti giovani, formarli, farli crescere, sia sotto l’aspetto sportivo sia sotto quello educativo e soprattutto vedere i risultati dei ragazzi che col tempo e con impegno riescono a raggiungere traguardi incredibili portando gratificazioni e soddisfazioni agli allenatori, agli educatori e a tutti i membri della società>>.
Redatto da: Sergio Di Gaeta, Francesco Ventola, Gabriele Puzo