Il pianista e compositore Luigi Esposito si racconta

Il musicista torna in scena con “Reginella… sono Libero – Sogno in parole e musica” di Gianfranco Gallo

A cura di Gabriella Diliberto

Il compositore e pianista Luigi Esposito ci ha raccontato la sua nuova avventura teatrale in “Reginella… sono Libero – Sogno in parole e musica” di Gianfranco Gallo, iniziata dall’incontro con l’attore, cantante e drammaturgo napoletano. Dopo il grande successo del debutto al Teatro Trianon Viviani dal 30 novembre al 5 dicembre 2023, lo spettacolo, un originale viaggio tra le creazioni di Libero Bovio, uno dei più grandi autori della canzone classica napoletana, torna in scena questo fine settimana nella provincia napoletana: venerdì 19 gennaio 2024 al teatro Metropolitan di Sant’Anastasia, sabato 20 gennaio al teatro Barone di Melito e domenica 21 gennaio al teatro Diana di Nocera. “Reginella… sono Libero”, in collaborazione con la fondazione Trianon Viviani, gode della partecipazione del famoso percussionista Ciccio Merolla e di una compagnia di ben dieci artisti:l’attrice Lisa Imperatore,Alessia Cacace (voce) Anna Rita Di Pace (violino e voce), Alessia Moio (mandolino e voce), Emiliano Barrella (batteria) Umberto Lepore (C.basso)con la direzione musicale del Maestro Luigi Esposito, al piano.

È stata la tua prima esperienza in uno spettacolo teatrale?

No, mi era già capitato di partecipare a lavori di artisti giovani, che poi si sono affermati, ma sempre solo per un unico evento. Questa volta, invece, si è trattato di vivere il teatro per più repliche, ogni giorno. Di solito le mie giornate sono diverse, studio, insegno ma il privilegio di svegliarsi la mattina e lavorare per quando andrai in teatro la sera ad esibirti è quello che ho sempre sognato di fare. Penso che piaccia a qualunque musicista vivere la musica e la performance come un fatto quotidiano in un luogo come il teatro che è effettivamente magico perché dietro le quinte si crea una piccola famiglia con le persone più o meno nuove che hai incontrato per quel progetto. Per me ha significato ancora di più in qualità di direttore musicale dello spettacolo. Ho imparato cose e affinato capacità dovendomi rapportare a più persone diverse e sentendo sulle spalle la responsabilità del mio ruolo. Era importante ascoltare tutti come affermare “un’autorità” in determinati necessari momenti.

A proposito di equilibri, quanto è stato importante il rapporto con gli altri elementi della compagnia?

Fondamentale. In quest’occasione ho avuto il privilegio di scegliere parte dei musicisti come Emiliano Barrella e Umberto Lepore con i quali ho un rapporto collaudato nel tempo e che si sono messi totalmente a disposizione delle mie esigenze e di quelle di Gianfranco Gallo, autore dell’opera. La difficoltà vera è stata nei tempi strettissimi di lavorazione. Un mese in cui ho dovuto comporre brani, studiare a fondo alcune opere di Bovio che non conoscevo ascoltando le versioni di tantissimi artisti per poi ri-arrangiarle secondo la mia poetica ma sempre in filo diretto con Gianfranco. Ovunque andavo nelle mie cuffiette suonava a loop la playlist “Bovio”. Lavoravo al mattino a casa scrivendo le parti per i musicisti e poi nel pomeriggio in teatro continuavo il lavoro con gli attori perché si trattava comunque di teatro-canzone, non solo di musica. C’era un copione da dover rispettare che, tra l’altro, cambiava in continuazione e la creazione di brani nuovi correva parallelamente a tutto questo; dunque, c’era bisogno di un pensiero veloce e di una grande intesa con gli altri. Per fortuna il feeling con Anna Rita, Emiliano e Umberto e il modo di lavorare del resto del gruppo mi ha fatto procedere con grande serenità.  

Come nasce il tuo rapporto con Gianfranco Gallo e come sei arrivato a questo spettacolo con lui?

Ho conosciuto Gianfranco Gallo al Teatro Bellini in occasione della presentazione del libro “La Bestia” di Luca Del Gado dove accompagnai, con un brano del mio disco “Portami a vedere il mare”, un monologo letto da Gianfranco. Alla fine dell’evento mi fece moltissimi complimenti ed io ne fui lusingato e gli regalai il mio disco. Pochi giorni dopo mi chiamò per raccontarmi le sue impressioni dopo l’ascolto e mi stupì quanto fosse competente anche nella materia della musica. Rimanemmo entrambi molto felici e molto colpiti da questo incontro che poi si è tradotto mesi dopo in questo suo ingaggio. Il dono più grande è stato soprattutto tutta la fiducia che mi ha accordato perché da Gianfranco ho avuto carta bianca su come muovermi e su come dirigere. Sentirmi così stimato e così libero è stato bellissimo.

Quali sono state le difficoltà maggiori a livello proprio musicale, tecnico?

Un giorno Gianfranco è venuto a casa, abbiamo fatto la lettura del copione e mi ha spiegato quelle che erano le stanze emotive dello spettacolo e di quello che raccontava. Ha deciso di utilizzare alcuni brani del mio disco come “Brezza”, “Portami a vedere il mare”, “Susette” e poi di farmi scrivere altri brani. In particolare, uno, inaspettatamente, lo avevo già pronto ma l’ho chiaramente rivisitato, estendendolo ad altri strumenti. Tra le nuove composizioni c’è il tema conclusivo dello spettacolo che avevo già iniziato a scrivere prima ancora che Gianfranco mi leggesse il copione e come per magia, come succede nelle grandi “connessioni”,ù si è rivelato perfetto per la scena finale.

Qual è stata la richiesta più importante che ti ha fatto Gianfranco nell’affrontare questo lavoro?

Gianfranco voleva che ci fosse la mia identità musicale e, in effetti, è venuta molto fuori la mia poetica, non solo perché sono stati utilizzati brani del mio disco come “Susette”, che ha commosso il pubblico e viene riproposto nei ringraziamenti, ma perché anche negli altri arrangiamenti, per quanto sia stato molto delicato e rispettoso, è comunque venuta fuori la mia lettura. I feedback sono stati super positivi sia da parte della gente che degli addetti ai lavori, anche persone di alto profilo che chiaramente erano venute ad applaudire Gianfranco e quindi posso dire veramente di essere molto soddisfatto per com’è andata.

Una delle cose straordinarie di questo spettacolo è la rivisitazione dello storico brano “Reginella”, appunto.

È stato audace. Gianfranco una mattina mi manda un messaggio e mi dice che sotto la doccia gli era venuta in mente una nuova melodia da abbinare alla canzone nota e mi chiede di continuarla. Da lì c’è stato un dialogo fitto tra di noi, solo tramite messaggi perché io ero a una laurea in conservatorio e lui era impegnato in una conferenza dove non poteva fare casino; quindi, la fischiettavamo per cercare di capirci. Finché abbiamo messo insieme le nostre idee e ho armonizzato la melodia che aveva ideato lui, aggiunto, modificato cose fino ad arrivare alla versione definitiva. Ci spaventava un po’ proporla perché toccare seppur con tutto il rispetto la musica di Gaetano Lama di una canzone nota e amata come “Reginella” era rischioso. In realtà la sorpresa è stata che è piaciuta moltissimo, abbiamo avuto lunghi applausi e grandi complimenti dai critici. Non solo l’operazione non ha disturbato ma ha funzionato alla grande e non sarebbe accaduto se l’intesa tra me e Gianfranco non fosse stata così forte e lui non mi avesse dato così tanta fiducia. Un motivo in più per cui sento di doverlo ringraziare: il confronto sereno con una persona di grande cultura come lui è una cosa preziosa che non capita tutti i giorni.

Cosa è accaduto tra la prima e l’ultima replica?

Siamo migliorati. La prima è stato molto emozionante andare in scena però l’ultima, la sesta replica, è stata in assoluto la più riuscita, quella in cui c’era naturalmente più consapevolezza da parte di tutti e un po’ di nostalgia perché era l’ultima.

A breve tornate in scena. In futuro ti vedi in teatro a questo modo?

Lo spero. Ho sempre sognato di scrivere per il teatro, così come per il cinema. Mi viene naturale comporre per immagini e con quest’esperienza ho iniziato a coronare un altro sogno.

Altri Credits:

scene Francesca Garofalo

costumi Anna Giordano

assistente regista Alfredo Le Boffe

direzione musicale, arrangiamenti e musiche di scena Luigi Esposito

produzione Scenografie Imparato & figli