2 novembre, giornata dedicata alla commemorazione dei defunti e quest’anno giornata da ricordare per la perdita di un grande attore, nonché di un grande maestro di vita, Gigi Proietti. Con la sua morte se ne va un altro pezzo della cultura italiana. Era ricoverato in una clinica privata già da qualche giorno per problemi di cuore. L’attore romano, uno dei più noti mattatori del teatro, avrebbe compiuto compie 80 anni proprio oggi, il 2 novembre. Proprio a marzo di quest’anno, in un’intervista rilasciata ad un noto quotidiano, Proietti aveva parlato dei suoi progetti per i mesi estivi. “Sto pensando a un Molière e vorrei pure rifare, con una compagnia tutta di giovani attori, L’Opera del mendicante di John Gay”.
Nato a Roma il 2 novembre 1940, appassionato musicista e cantante fin dalla giovinezza, durante l’università si avvicina al teatro sperimentale. Nel 1970 trionfa nel musical ‘Alleluja brava gente’. Da allora, la sua carriera è una serie di successi a teatro, al cinema e in televisione.
Scrivo ciò che più che un articolo è una riflessione sull’uomo Gigi, non sulla sua vita e opere come tanti faranno. Ricordo con nostalgia e tenerezza momenti della mia adolescenza quando non vedevo l’ora di seguirlo in una delle serie televisive più apprezzate, Il Maresciallo Rocca, seduto sul divano con la mia famiglia, oppure momenti di ilarità che ci ha regalato nell’interpretazione del conte Duval in uno sketch del film Un’estate al mare del 2008.
Un uomo capace di poter trasferire la sua arte e il suo amore per il teatro anche al pubblico giovanile e che attraverso la sua scuola di recitazione ha portato al successo persone quali ad esempio Flavio Insinna, Massimo Wertmüller, Enrico Brignano, Giorgio Tirabassi.
Cosa si potrebbe dire in queste circostanza se non Giù il cappello di fronte alla maestosità di un grande maestro che ci saluta, ha voluto donarci anche il suo ultimo colpo di teatro per uscire dalle scene, andar via il giorno stesso del suo compleanno.Vorrei ricordarlo attraverso un suo pensiero, ironico ma pungente e riflessivo: “Benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma nulla è falso”. Ciao Maestro e grazie di cuore per averci donato la tua arte in questa vita terrena.