Farsi un giro è un’esperienza immersiva commovente. Non ci sono oggetti rari e preziosi, ma c’è tutta Napoli in questo museo all’aperto, c’è l’amore infinito per Diego, c’è quella voglia di mettersi in comunicazione metafisica con lui, ancora una volta. Trovi oggetti personali, le scarpette di calcio di qualcuno che le ha depositate lì, dolcini mignon a comporre la frase A D10, pizze, generi di conforto come si usava per gli Dei dell’antichità. Ci sono dediche meravigliose, frasi di vero amore, bandiere, sciarpe, striscioni, fiori, ritagli di giornali, lumini. Uno museo della gente, di enorme valore umano. Sarebbe un peccato se tutto questo finisse al macero. Basterà trasferirlo in un ambiente ampio, anche un capannone. E creare un luogo di ritrovo per tutti coloro che vorranno anche in futuro rivolgere un pensiero affettuoso per il nostro piccolo enorme argentino.