Il teatro napoletano rientra tra quelle arti più antiche della città partenopea e fu grande il suo contributo al teatro nazionale, per cui andare ad osservare da vicino questo mondo permette di entrare più nel profondo nella tradizione culturale partenopea. Grande tradizione teatrale e grandi artisti…La sua passionalità e la sua schiettezza di sentimenti devasta e squarcia ogni barriera, ogni velo, ogni filtro che separa l’interprete dal pubblico. Ogni parola, ogni testo, sembra traboccare un sentimento forte e incontrollabile, che esce dirompente e disarmante.
Teatro napoletano: le opere di Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani e Annibale Ruccello
Tre autori eccelsi e sensibili alle trasformazioni della società e due personaggi considerati complementari. Le opere messe in piedi da questi due grandi nomi di Napoli si differenziano molto tra loro: da una parte De Filippo parla della borghesia e dei problemi che avvolgono questa classe sociale, ovviamente ponendo l’accento sulla crisi dei valori umani, mentre invece Viviani si concentra sul mostrare la vita della plebe, degli ambulanti e di chi mendica. Questi due esponenti del teatro napoletano sono speculari perché nei fatti vanno a colmare con un’arte, come lo è il teatro, i vuoti che una società con la sua impostazione economica tende a non voler mostrare. Il teatro di Ruccello , rispetto a quello di Viviani e De Filippo è completamente diverso. È dunque un teatro antinaturalistico, sperimentale, aperto alla contaminazione di linguaggi e codici espressivi diversi, dal cinema alla musica, che diventa un elemento indissolubile del testo. È anche vero però che è un teatro che recupera le costruzioni e le architetture solide della rappresentazione, una certa classica coesione ottenuta con le scene, i quadri, i tempi, come mostra in particolare l’opera più matura, “Ferdinando”. Se quindi, da un parte, appare quasi per vocazione aperto agli influssi del teatro d’avanguardia, in cui negli anni Ottanta si tendeva a enfatizzare tutti i codici della messa in scena che fossero diversi dalla parola “tout court”, dalla musica al corpo o alle luci, dall’altra, la drammaturgia di Ruccello tenta, innanzitutto, di recuperare la permanenza e l’immutabilità della dimensione della scrittura, che particolarmente in quella fase le nuove sperimentazioni del “teatro d’immagine” rendevano sempre più evanescente.
Partendo da punti di osservazione diversi, entrambi giungono quindi ad un unico obiettivo con le loro opere. La compagnia “La Bottega dell’arte” ha voluto rendere omaggio a questi grandi artisti partenopei.
“Frammenti d’Autore” è uno spettacolo dedicato a questi drammaturghi. Eduardo De Filippo, Annibale Ruccello e Raffaele Viviani. Eduardo, uno degli autori del teatro partenopeo conosciuto in tutto il mondo, viene rappresentato con poesie e una scena della commedia “Sabato, domenica e lunedì”. Annibale Ruccello con i suoi personaggi definiti da lui stesso “figure deportate”, ma che si associano ai personaggi anche Vivianei. Ruccello morto a trent’anni in un incidente d’auto, era un estimatore di Viviani e ne continuò la filosofia teatrale con personaggi dello stesso strato sociale. “Le cinque rose di Jennifer” , “Ò male e riente” e un frammento di “Ferdinando” sono messe con accortezza in scena. Viviani viene rappresentato con canzoni e poesie di successo. Non manca la musica. Oltre alle canzoni di Viviani, anche brani popolari e musiche del maestro De Simone si mescolano alle scene degli autori creando così un connubio musica e teatro e …risate.
La compagnia è composta da: Patrizia Masiello, Giò Siciliano, Tiziana Carotenuto, Federica Arpaia, Arianna Avolio, Tommaso Fichele,Cristiano Avolio, Antonio Zibaldo, Maurizio Barbaro, Peppe Arpaia e Lello Pipolo.
Ancora una volta, attraverso questo articolo, ribadisco l’importanza della nostra cultura partenopea celebre in tutto il mondo per la sua passionalità ed espressività cosi manifesti, cosi travolgenti. Ancora una volta sottolineiamo la nostra missione: valorizzare il teatro napoletano, preservarne la vitalità, riconoscere la nostra identità culturale.
Carlo Ferrajuolo