E’ stata presentata oggi la 28° edizione del Film Festival della Lessinia, presso la Sala Barbieri di Palazzo Giuliari dell’Università degli Studi di Verona. Erano presenti: Olivia Guaraldo, delegata del Rettore al Public Engagement, Renato Cremonesi, Presidente del Film Festival della Lessinia e ideatore di Verona Green Movie Land, Alessandro Anderloni, direttore artistico del Film Festival della Lessinia e del Verona Green Movie Land e Claudio Melotti, sindaco di Bosco Chiesanuova.
Dal 19 al 28 agosto 2022 a Bosco Chiesanuova, sull’altopiano di prati che corona Verona, e online sulla piattaforma MyMovies, ritorna la rassegna cinematografica internazionale dedicata a vita, storia e tradizioni sulle montagne di ogni angolo del mondo
In programma 68 film da 44 Paesi, con 29 anteprime italiane. Tra gli ospiti di questa edizione: il regista e sceneggiatore Michelangelo Frammartino, l’astronauta Luca Parmitano e il regista Pupi Avati.
Da ventotto anni il Film Festival della Lessinia (FFDL, ffdl.it) racconta la montagna, offrendo uno sguardo “alto” sul Pianeta. Torna dal 19 al 28 agosto 2022 la rassegna cinematografica internazionale dedicata alla vita, alla storia e alle tradizioni sulle terre alte di ogni angolo del mondo. Ricco il programma dei film e degli eventi collaterali per offrire una prospettiva privilegiata dalla quale osservare la realtà, i cambiamenti del clima e, più in generale, della società contemporanea. Con un sempre più forte occhio rivolto verso i temi del green e della sostenibilità che quest’anno sono rimarcati dall’adesione al manifesto del Verona Green Movie Land (VGML veronagreenmovieland.it): un progetto di cinema, cultura e turismo per un territorio sostenibile che guarda al futuro del proprio ambiente. Fra le iniziative anche il coordinamento e la promozione di sei Festival di cinema. Fra questi lo stesso Film Festival della Lessinia.
Il mondo approda in Lessinia con il meglio del cinema internazionale dedicato alla montagna: 68 film (tra documentari, fiction e animazioni) da 44 Paesi, di cui 29 anteprime italiane; sono stati selezionati tra 982 opere cinematografiche, provenienti da 87 Paesi. Ospiti come il regista e sceneggiatore Michelangelo Frammartino, con un evento speciale dedicato al sottosuolo nel suo film Il buco; l’astronauta Luca Parmitano a parlare del pianeta Terra, dei cambiamenti climatici e dello scioglimento dei ghiacciai; il regista Pupi Avati che presenta il suo ultimo libro e ultimo film su Dante sulle montagne che, secondo la leggenda, il sommo poeta visitò per trarne ispirazione per l’Inferno.
La Piazza del Festival ospiterà in tutto 91 eventi: 10 presentazioni letterarie, 13 incontri culturali, 2 tavole rotonde, 4 mostre, 6 concerti, 12 laboratori didattici per i bambini. Un ricco programma di 9 escursioni accompagnerà alla scoperta dei Monti Lessini. Nell’Osteria e nella Trattoria del Festival potranno essere degustati prodotti enogastronomici della terra veronese, grazie ai piccoli produttori locali per la valorizzazione di un’agricoltura biologica.
Il file rouge di quest’anno sarà il mondo contadino: tema che attraverserà il programma cinematografico e letterario, le esposizioni, gli incontri e molti degli eventi del Film Festival della Lessinia 2022. Quel mondo contadino di cui Pier Paolo Pasolini, al quale il Festival dedica una retrospettiva a cento anni dalla nascita, profetizzò la fine e che ora si riscopre fondamentale per indagare il rapporto tra Uomo e Natura, di fronte ai cambiamenti che stanno sconvolgendo la vita sul Pianeta.
La manifestazione è in programma completamente in presenza al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova con un’ampia selezione di film anche online su MyMovies, la più seguita piattaforma italiana dello streaming, in una vera e propria sala virtuale accessibile da tutto il territorio nazionale.
«Oggi, più che mai, è tempo di guardare il nostro mondo e il tempo che stiamo vivendo “dall’alto”», sottolinea il direttore artistico del Film Festival della Lessinia, Alessandro Anderloni. «Come dalla cima di una montagna l’orizzonte si apre, si colgono le distanze, si delinea il cammino che abbiamo percorso, così le terre alte sono un punto di osservazione e di riflessione privilegiato sulle sfide che stiamo vivendo: i cambiamenti climatici, il rapporto civiltà-selvaggio, le relazioni e la convivenza tra popoli e culture, la dialettica tra le dinamiche economiche e il rispetto delle libertà e dei diritti umani. Questi sono alcuni dei temi al centro di una programmazione che esplora l’intero pianeta e che ci imporrà di alzare sguardo e di liberarci così da due anni di chiusura non soltanto fisica ma anche mentale e spirituale, di vincere quella pigrizia intellettuale, di aspirazioni e di ideali di un’epoca che Dante non esiterebbe a definire grossa, ovvero greve, gretta. Bassa».