L’enorme successo che da subito raccolse il melodramma giocoso “L’elisir d’amore” stupì incredibilmente lo stesso Donizetti, il quale, scrivendo al suo maestro G. S. Mayr all’indomani della prima rappresentazione, diceva: “La Gazzetta giudica L’Elisir e dice troppo bene, troppo, credete a me, troppo!”. Un successo completo, su tutti i fronti, che non sorprende neanche noi, spettatori del ventunesimo secolo: la freschezza e l’immediatezza del discorso musicale, la semplicità e al contempo il netto tratto umano dei personaggi, dimostrano che l’opera ha in sé un’energia universalmente comprensibile, in ogni tempo e in ogni luogo, perché basata su caratteri e dinamiche che sono alla base della vita quotidiana.
La nostra oramai consueta particolare proposta – ossia la didascalica presentazione dei momenti salienti della vicenda – si prefigge lo scopo di consegnare all’ascoltatore anche poco navigato una chiave di lettura immediata e diretta. Ci si augura in questo modo di far riconoscere in tale genere una stupefacente e insospettabile comicità, grazie anche alla gioviale simpatia dei nostri giovani interpreti, che bene sono entrati nei ruoli loro affidatigli.