Donne e Islam: emancipazione della donna allo sbando!

Donne, cultura e Islam … ben tre denominazioni che non sempre hanno qualcosa in comune: recenti fatti di cronaca, e non solo quelli recenti, lo dimostrano ampiamente. Uno su tutti parla ahimè di una giovane vittima il cui nome ormai si è letto un po’ in ogni dove: Mahsa Amini, ecco il nome di una comunissima ragazza 22enne brutalmente uccisa dalla polizia iraniana. Ha ucciso qualcuno? Si è macchiata di un crimine efferato? Niente di tutto questo, uccisa semplicemente perché portava male il velo sotto cui sono costrette a stare tutte le donne delle sue terre. Paradossale ma vero!

Di cronaca al riguardo se ne è parlato tanto in questi giorni, non mi soffermo su dettagli, toccherà alla giustizia ( ? ) fare il suo corso, ciò che cerco di approfondire in questo mio editoriale è ben altro: qui non si tratta di religione ma di cultura ( se così si può definire ) altamente retrograda e maschilista, una cultura che reputa ancora oggi la donna come una cittadina di classe inferiore, sottomessa alla volontà dell’uomo. Il problema che mi pongo quindi non sta nel velo, non posso e non voglio assolutamente giudicare una tradizione religiosa, ma l’uso subdolo imposto alle donne dell’islam per farle sottostare al giogo dell’uomo: la religione, come in questo caso, non c’entra assolutamente nulla, è usata solo come vile pretesto per facilitare la sottomissione della donna ai voleri dell’uomo. Questi miei pensieri nascono dopo aver osservato vari episodi di cronaca … un ennesimo esempio? Ecco, dopo aver visto un servizio di Striscia La Notizia della settimana scorsa sono rimasto letteralmente senza parole: in alcuni luoghi islamici ( e non solo in quelli a quanto pare ) vige ancora una ” legge morale ” secondo cui la donna prima di sposarsi deve presentare al futuro sposo e alla relativa famiglia un vero e proprio attestato di verginità. Attestato che nulla ha a che vedere né con la religione né con la medicina, solo con una “sottocultura” retrograda e maschilista secondo cui l’uomo in pratica può fare ciò che vuole, ma la donna deve comportarsi secondo una certa moralità, essere la cosiddetta “brava ragazza” ( come se avere dei rapporti prematrimoniali magari con persone con cui il feeling di coppia si è rotto o non è mai nato fosse un peccato, una vergogna ) e, nel caso la sposa non abbia seguito le regole della castità da nubile, deve ricorrere addirittura al doloroso intervento chirurgico di imenoplastica. Devo dire che fino a quel momento non sapevo potessero esserci ancora pratiche simili, non riesco proprio a comprendere come sia possibile che nel 2022 la donna, la culla della Vita, è ancora considerata come un oggetto da utilizzare a piacimento, e non ne parlo rivolgendomi al solo mondo islamico, anzi! Si può dire che ancora oggi, nonostante l’evoluzione ed il progresso della società, il tema della donna oggetto è un elemento di forte discussione un po’ in ogni dove. A lavoro come in qualsiasi luogo della società, gli uomini hanno praticamente il monopolio del potere e molti uomini sembrano convinti che qualsiasi donna gradisce ogni forma di attenzione sessuale e ne sarà lusingata, sembra che il messaggio del maschio sia sempre lo stesso: “ il tuo dovere è quello di soddisfarmi, tu non sei uguale a me, tutto ciò che hai è solo il tuo corpo”.