“Manaus,” l’omonimo disco d’esordio della band, si rivela come un profondo concept album che esplora l’alienazione dell’individuo nel mondo contemporaneo. Questo viaggio sonoro prende forma attraverso testi intimi, che partono da una riflessione interiore per poi estendersi al rapporto con gli altri e con una società soffocante, dominata da valori consumistici ormai in declino.
Le liriche sono intense, affrontano emozioni complesse e scomode, mentre la componente musicale crea un ambiente ricco di contrasti: riff potenti e monolitici si alternano a momenti rarefatti e sognanti, il tutto sostenuto da una sezione ritmica che sa essere tanto martellante quanto rilassata. È proprio quest’alchimia sonora che diventa il mezzo per ricucire l’io frammentato, offrendo un’esperienza catartica all’ascoltatore.
Come è nata l’idea di creare l’album “Manaus” e qual è il messaggio principale che volete trasmettere attraverso la vostra musica?
Il progetto Manaus e di conseguenza la musica che scriviamo nasce dal bisogno di esorcizzare con la musica gli spettri dell’anima. Tutto è davvero molto introspettivo e ci piacerebbe che, sia chi ascolta a trovare un suo senso alla nostra musica, adattandoci sopra il suo mondo fatto di emozioni, sensazioni.
Come avete scelto i testi da includere nell’album? C’è stata una particolare attenzione a certe emozioni o esperienze personali?
Musica e testi si basano esclusivamente su questo, emozioni. Manaus è un concept album che tratta il tema dell’alienazione, un argomento scomodo,magari difficile da snocciolare. Noi partiamo dall’interno, cerchiamo di descrivere ciò che sentiamo, lo facciamo attraverso immagini enigmatiche, atmosfere soffuse e riff di chitarra taglienti.
Come avete scelto il nome “Manaus” per il vostro album? Ha un significato particolare o rappresenta un luogo simbolico?
Il nome Manaus è stato scelto da Daniel: “in quel periodo ero molto interessato alla mitologia delle varie zone dell’America del sud e tra le tante storie di cui venni a conoscenza mi imbattei in Manaus, città antica, carica di superstizioni e leggende.Ciò che piu mi affascinò però è che Manaus si trova proprio alla confluenza tra il Rio Negro ed il Rio Solimoes.Le acque di questi due grandi fiumi incontrandosi in un unico letto non si mescolano, scorrono separate per diversi chilometri.Questo fenomeno mi ha fatto pensare ad un parallelismo con l’animo umano,la convivenza in un unico individuo del “bene” e del “male”, le molteplici sfaccettature che ci caratterizzano,sentimenti contrastanti,ambivalenza emotiva.
In una band poi personalità differenti devono confluire in un unico flusso,di tre uno.
Il progetto grafico dell’album riflette i temi musicali. Come avete collaborato con i designer per realizzare questa visione visiva?
Il lavoro grafico si è sviluppato di pari passo alla produzione dell’album. L’ideatore è un nostro caro amico con il quale in passato abbiamo condiviso un altro progetto musicale. Diciamo che collaborare con una persona molto creativa e che ci conosce molto bene ha dato, secondo noi, buoni risultati.
Quali sono i vostri progetti futuri dopo l’uscita di “Manaus”?
Intanto siamo concentratissimi con la promozione, stiamo cercando di suonare live il più possibile e tra qualche tempo inizieremo i lavori per il secondo album, già abbiamo in cantiere un bel pò di materiale. Seguiteci sui nostri social per restare aggiornati, se tra i lettori ci sono gestori di locali, club ecc.. non esitate a contattarci, a presto!!!