Cultura in lutto. Addio a Philippe Daverio

Il mondo della cultura oggi piange per una perdita importantissima, si è spento all’età di 70 anni uno dei pilastri del patrimonio intellettuale della società moderna, Philippe Daverio. A darne la triste notizia è stata Andree Ruth Shammah stamattina.

Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Francia, da padre italiano, Napoleone Daverio e madre alsaziana, Aurelia Hauss, Philippe Daverio era il quarto di sei figli. Dopo un’educazione di tipo ottocentesco in collegio frequenta  la facoltà di Economia e Commercio alla Bocconi di Milano, dove non si laurea pur superando tutti gli esami. Ma, come si sa, non è una laurea a fare la cultura di una persona, e Philippe ne è un esempio pratico. Amante dell’arte, ne diventa un vero critico, oltre che docente, saggista, politico. Lo stesso Daverio dichiarò, a proposito dell’università, “Io non sono dottore perché non mi sono laureato, ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969, in quegli anni si andava all’università per studiare e non per laurearsi“.

Nel 1975 inaugura la Galleria Philippe Daverio in via Monte Napoleone 6 a Milano, dove si occupa prevalentemente di movimenti d’avanguardia della prima metà del Novecento. Nel 1986 viene aperta a New York la Philippe Daverio Gallery rivolta all’arte del XX secolo. Nel 1989 apre a Milano in corso Italia 49 una seconda galleria di arte contemporanea.

Come gallerista ed editore ha allestito molte mostre, e pubblicato una cinquantina di libri, tra i quali ricordiamo: Catalogo ragionato dell’opera di Giorgio De Chirico fra il 1924 e il 1929; Catalogo generale e ragionato dell’opera di Gino Severini. Il 23 luglio 2020 è uscito il suo ultimo libro: “Racconto dell’arte occidentale. Dai greci alla Pop Art”. Alla già grande carriera ha affiancato quella televisiva partecipando a numerosi programmi dedicati alla cultura, come Art’é, nel 1999 su Rai 3, e Passepartout dal 2001 al 2011 sempre su Rai 3.

Ciao Philippe, ci auguriamo di poter finalmente esaudire il tuo desiderio, salvare il mondo attraverso la cultura.