Covid, atteso nuovo dpcm in vista del Natale: ecco le possibili misure
Dall’allentamento delle restrizioni alle indicazioni sugli incontri con i famigliari, ecco cosa potrebbe contenere il prossimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri dedicato alle prossime festività di dicembre.
Proposte per la revisione sulla classificazione delle zone e misure variabili a seconda delle province, premiando quelle virtuose anche all’interno di regioni rosse o arancioni e chiudendo in anticipo quelle più a rischio per scongiurare le feste in lockdown: queste alcune delle proposte al vaglio del governo per il prossimo dpcm dedicato alle festività natalizie e di fine anno.
Tra esecutivo e governatori è in atto una mediazione che vuole portare ad un graduale allentamento delle misure in vista del Natale: una data a ridosso della quale potrebbe essere emanato il dpcm ad hoc.
È ormai quasi certo che resteranno ancora chiusi per le festività i circoli e le strutture sportive, le palestre i cinema e i teatri.
Uno spiraglio ci potrebbe essere, invece, per i negozi e i ristoranti, che potrebbero tornare “in semilibertà” se rispetteranno le regole che già hanno.
Per quanto riguarda il cenone, possibile che non si potrà essere più di sei a tavola, condividendo il momento di festeggiamenti solo con conviventi e parenti stretti.
Potrebbe essere portato a sei anche il numero di commensali nei ristoranti delle zone gialle, secondo quanto emerso dalla indiscrezioni.
Quanto agli spostamenti, interdetti nelle zone rosse e limitati in quelle arancioni, anche tra le regioni sarà sempre consentito il ritorno alla residenza o al domicilio.
Tra le altre ipotesi al vaglio, per non mortificare i consumi, ci sarebbe la possibilità di tenere i negozi per lo shopping aperti anche di sera tardi, per spalmare le entrate dei clienti e favorire comunque il commercio.
Il limite delle chiusure notturne, dalle 22 alle 5 in tutta Italia, potrebbe essere spostato alle 23 o a mezzanotte la sera del 24 dicembre e magari più in avanti anche a Capodanno.
Un nodo da sciogliere per l’allentamento delle misure riguarda i 21 indicatori utilizzati dalle regioni. Anche il premier Conte è tornato sull’argomento chiarendo: “il sistema per parametri ci consente interventi mirati e di introdurre misure restrittive che siano limitate nel tempo e ben dosate sull’effettivo livello di rischio dei territori”. I criteri non dovrebbero dunque subire modifiche.
Sul tavolo, tra le iniziative lanciate dalle Regioni c’è l’accelerazione dei tempi sulla revisione dell’assegnazione delle zone, in particolare per la promozione verso quelle meno restrittive e l’allentamento delle misure in quelle province dei territori della zona rossa’ che hanno però dati più confortanti.