Bar, gelaterie, pasticcerie ed esercizi similari dovranno essere chiusi, con decorrenza immediata e fino al 20 ottobre, dalle 23 alle 6 del giorno successivo. Scatta il ‘coprifuoco’ per la movida, secondo quanto previsto da una ordinanza della Regione Campania pubblicata sul Bollettino ufficiale.
Inoltre, sempre nello stesso periodo, per pasticcerie ed esercizi similari scatta l’obbligo di chiusura dell’attività dalle ore 23 alle ore 6 del giorno successivo nei giorni da domenica a giovedì. Dalle ore 24 alle ore 6 del giorno successivo, nei giorni di venerdì e sabato.
In Campania, inoltre, a ristoranti, pizzerie ed altri esercizi della ristorazione (pub, vinerie, kebab e similari), è fatto obbligo di prevedere l’ultimo ingresso dei clienti nonché degli avventori per asporto alle ore 23 per l’intera settimana. Le consegne a domicilio sono consentite senza limiti di orario.
Immediata la reazione del sindaco di Napoli: ”Con queste ordinanze consegneremo a breve molti esercizi commerciali alla mafia”, ha detto Luigi de Magistris, a Rainews24. ‘Chiudere ristoranti e locali alle 23 non ha nulla a che vedere con la movida – ha affermato – perché la movida ha altri tipi di locali, di luoghi e di contesti’. ”Tra l’altro l’aumento dei contagi a Napoli non deriva per nulla da comportamenti all’aperto. Ci sono ben altri contesti soprattutto legati all’estate quando si è dato il libera a tutti”, ha proseguito de Magistris che si è detto ”preoccupato perché dopo tanti mesi non mi sembra che si siano fatti passi in avanti sulla tutela sanitaria dei cittadini napoletani e campani e invece si scarica sempre la responsabilità sul ragazzo che sta fuori scuola, sul ristoratore, sul pizzaiolo che vengono considerati il pericolo per la diffusione del contagio”.
”Prima di arrivare a queste misure bisognerebbe iniziare a coinvolgere i territori, i sindaci, le categorie professionali. E invece quello che è drammaticamente vero è che si arriva ad adottare queste misure in maniera antidemocratica e senza che sul piano sanitario sia stato fatto nulla in questi sette mesi”, ha spiegato ancora il sindaco de Magistris. !De Luca ha il diritto di emanare ordinanze – ha aggiunto il sindaco – ma ha anche il dovere di fornirci i dati che invece ci nasconde. Io non ho i dati del contagio. Non so quanti positivi ci sono per Municipalità. Eppure – ha proseguito – dopo mesi dall’inizio dell’emergenza, il sindaco della terza città d’Italia avrà il diritto di conoscere i dati? Avrà il diritto di sapere perché siamo la regione che fa meno tamponi? De Luca non ci spiega perché nonostante il fiume di denaro pubblico arrivato abbiamo appena 500 posti letto di terapia intensiva in tutta la Campania per 6 milioni di abitanti”. De Magistris ha sottolineato che ”oltre a raccogliere le lacrime e la disperazione di chi perde il lavoro e si deve affidare all’usura o alla camorra, abbiamo il diritto di sapere se la sanità pubblica ha fatto passi in avanti o se siamo nelle condizioni di febbraio? A me sembra che siamo a febbraio”, ha concluso.