Il post-coronavirus è uno dei temi maggiormente discussi in questi tempi ed è difficile delinearlo in poche righe, ma ciò che emerge di più è che ogni cambiamento che avverrà nella società cambierà completamente la vita di tutti. Bisognerà aspettarsi cambiamenti frequenti, con la consapevolezza che è inevitabile.
L’incertezza domina l’Italia così come il resto del mondo, abbiamo di fronte un virus appena identificato di cui conosciamo davvero molto poco. Non è chiaro quanto possa sopravvivere sulle superfici o ad esempio chi non presenta sintomi possa essere contagioso. Questo stato di cose ha finito per assorbire le nostre giornate in qualsiasi settore, la paura ha preso il sopravvento ma ciò che fa più riflettere è il fatto che si sta perdendo il contatto con ciò che ci circonda, con altri problemi che abbiamo accantonato ma non hanno assolutamente smesso di esistere: tra tutti ad esempio i problemi della nostra economia. In questi ultimi giorni, poi, un nuovo scenario incombe su tutti visto l’aumento improvviso dei contagi post vacanze estive, un nuovo possibile lockdown, e sta causando ansie generali su tutti: la paura di dover richiudere tutto, con possibili perdite di lavoro e crollo dell’economia nazionale, non è un boccone facile da digerire. L’ansia sta prendendo il sopravvento portando a forme di panico o fobia, a un calo delle difese biologiche dell’organismo e a comportamenti irrazionali. Nello specifico, questi si possono manifestare, ad esempio, attraverso la ricerca compulsiva di notizie trascurando l’autorevolezza delle fonti oppure ignorando le misure messe in atto dal governo italiano per limitare il più possibile l’espandersi del contagio. La ricetta per non danneggiare se stessi è la consapevolezza che nulla è permanente. Il mio è un invito a non lasciarsi prendere dal panico, seguo ciò che diceva il maestro Luciano De Crescenzo: il tempo è una linea, invece di lasciarlo andare in maniera piatta bisogna vivere con emozioni, cambiamenti, rinascite, felici e non, solo così arrivati ad esempio a 60 anni la mente ne avrà almeno la metà. La nostra insicurezza ci impedisce di sviluppare uno stabile senso di autostima, di dare valore alle nostre competenze, di farci capire i nostri limiti e di percepire la gioia di vivere. Dobbiamo servirci positivamente della nostra insicurezza. I dubbi su noi stessi e su ciò che ci circonda sono indispensabili per lo sviluppo personale.
In questo momento tutti noi siamo di fronte a un problema reale che non bisogna sottovalutare senza però cadere in un circolo vizioso fatto di paure, pensieri e comportamenti irragionevoli col pericolo di danneggiare sé stessi e gli altri.