Chiesa e pedofilia: don Felice La Rosa di nuovo arrestato dopo condanna definitiva

Pedofilia, un allarme sociale più che un vero fenomeno che da sempre minaccia la vita dell’infanzia mondiale e che al giorno d’oggi si espande sempre di più a macchia d’olio. Lo sviluppo del web ha favorito l’accesso a materiali pedopornografici e ha moltiplicato le possibilità di entrare in contatto con bambini e adolescenti.

Un aspetto da non trascurare assolutamente è lo stretto rapporto che purtroppo intercorre spesso tra Chiesa e pedofilia, di cui solo il solo pensiero è tanto triste quanto macabro. A tal proposito, è di poche ore fa la notizia sconcertante: un ex sacerdote, Don Felice La Rosa, è stato nuovamente arrestato con l’accusa di atti sessuali con minori, sorpreso in auto dagli agenti del commissariato di Gioia Tauro con un ragazzino bulgaro di 16 anni di cui avrebbe abusato in cambio di denaro. L’orco in questione era già stato condannato in precedenza per atti uguali: dovrà ora difendersi dalla stessa accusa per la quale era stato condannato nell’ambito dell’inchiesta “Settimo cerchio” del 2015 dove, assieme a lui, erano stati coinvolti un cittadino bulgaro e un pensionato. Attraverso intercettazioni, la polizia aveva ascoltato un discorso tra il parroco e il pensionato in cui quest’ultimo avrebbe accettato di pagare  50€ per le prestazioni sessuali di un quindicenne reclutato dal bulgaro.


Il tema della pedofilia nella Chiesa è profondamente ampio e discusso, sembra però che, come nel caso citato, il lupo perde il pelo ma non il vizio. La domanda che ci poniamo tutti, ora più che mai è: ci sarà mai giustizia? Negare l’esistenza di atti squallidi di pedofilia all’interno della Chiesa sarebbe un comportamento criminale.  Negli ultimi anni sembrava che la Chiesa si stesse sforzando più che in passato per contenere il fenomeno della pedofilia, soprattutto a partire dall’elezione di Papa Francesco, ma episodi come quelli accaduti oggi fanno vacillare quel poco che si stava costruendo per contenere questo fenomeno aberrante. La Chiesa da sempre sostiene che la persona che prende i voti sia immune dai peccati perché, essendo portatore di una visione spirituale della vita e vivendo all’interno di istituzioni rivolte al mondo spirituale, non può essere soggetta alle tentazioni del mondo materiale. In altre parole un prete, data la sua natura spirituale, non può cadere nei peccati tipici delle persone comuni. Sarebbe ora di poter cambiare, aprire e far aprire gli occhi alle istituzioni clericali: un prete, in quanto uomo, è un peccatore come tutti, e come tale deve essere condannato in caso di suoi errori.