Castel Volturno: la procura della Repubblica indaga sull’attività svolta su alcuni laghetti di Castel Volturno

Castel Volturno: la procura della Repubblica indaga sull’attività svolta su alcuni laghetti di Castel Volturno

La Procura della Repubblica di Santa Maria Capuavetere ha aperto un fascicolo di inchiesta sull’attività svolta su alcuni dei laghetti di Castel Volturno, in particolare quelli recentemente denominati Laghi Nabi, di proprietà del noto politico/imprenditore Vito Luigi Pellegrino attualmente sindaco di Parete.

Da quanto si apprende, alla metà di marzo diversi cittadini hanno segnalato, anche via social, che da più giorni era ripresa la famigerata attività di escavazione della sabbia, tramite una draga, su uno dei laghetti formatesi, negli anni ’70 proprio a causa dell’attività estrattive. 

Siamo a Castel Volturno, in località Mezzagni, in quell’ampia porzione del territorio che fu in passato interessata dal fenomeno delle cave di sabbia abusive, che ha portato alla nascita di oltre 20 laghetti (ex cave) derivati, come si è detto, dalla attività di estrazione abusiva della sabbia.

In passato le attività di sviluppo dell’area si sono svolte sotto stretta osservazione del Commissario di Governo alle Bonifiche della Campania e, al suo scioglimento, da ARCADIS. Da alcuni anni la responsabilità di vigilare sullo sviluppo sostenibile dell’area e sul riuso dei siti di cava ricade sul Genio Civile di Caserta.

Adesso la Procura dovrà accertare se lo sviluppo dell’area denominata Laghi Nabi, che coinvolge due ex cave, è stata effettivamente approvata dal Genio Civile di Caserta; se tale sviluppo prevedeva una speciale autorizzazione a riprendere l’attività di estrazione della sabbia; se e da chi è stata autorizzata l’estesa distruzione dell’habitat naturale, in particolare il canneto, per fare posto ad un’enorme area a parcheggio e una lunga pista in cemento sulle sponde dei laghetti; se le tende e le casette galleggianti ivi posizionate (vere e proprie camere di albergo)  sono state effettivamente autorizzate e da quale organismo; se è stata effettivamente autorizzata la chiusura di un’intera strada comunale per il loro posizionamento; se l’insediamento si sviluppa anche su terreni che risulterebbero confiscati in via definitiva e destinati ad un utilizzo socialmente utile.

Dopo le denunce, corredate da immagini e riprese con il drone, rilanciate dal consigliere comunale Antonio Luise, la draga è stata fatta sparire e l’attività si è fermata. Sono stati incaricati dell’indagine i Carabinieri di Castel Volturno.