Oggetto: Esposto sulla precaria situazione della sanità pubblica in Campania.
Non fa quasi più notizia il fatto che reparti ospedalieri e terapie intensive sono al collasso a causa della grandissima affluenza di pazienti affetti da Covid-19. La Sanità pubblica è stata per troppi anni sacrificata e mortificata con tagli, riduzioni e chiusure da una politica regionale che ha pensato solo al risparmio a scapito della salute dei cittadini e senza preoccuparsi delle nefaste conseguenze.
Di fronte alla situazione attuale è appropriato definire spregiudicato chi parla di “eccellenza della Sanità Campana”.
Con un circostanziato esposto, allegato al presente Comunicato, lo Studio Legale Associato Vizzino ha evidenziato la situazione drammatica in cui i cittadini hanno paura di recarsi in Ospedale per farsi curare patologie indipendenti dal Covid-19, perché oggi recarsi in ospedale equivale non solo ad avere contatti diretti con pazienti affetti da Covid, ma anche avere contatti con gli stessi medici che lavorano purtroppo in assenza di presidi di sicurezza in grado di tutelare loro e gli altri pazienti. Ciò è particolarmente vero con riferimento all’Ospedale “A. Cardarelli” di Napoli. Infatti, in seguito agli ultimi sviluppi della pandemia, alcuni reparti del suddetto nosocomio, quali ad esempio quello della “Terapia del Dolore”, sono stati convertiti in presidi per malati Covid sottraendo, di fatto, la possibilità ai pazienti di usufruire di servizi e terapie specialistiche. Un giorno, si spera prossimo, il Covid-19 verrà finalmente sconfitto ma nel frattempo quante persone saranno morte o staranno per morire perché sono state negate loro le cure necessarie?
È pure preoccupante la notizia, diffusa sia dai dirigenti che dal personale dell’Ospedale “A. Cardarelli”, riguardante la costruzione di una tendo-struttura donata dalla Croce Rossa Italiana che sarebbe stata posizionata alle spalle del Pronto Soccorso del suddetto nosocomio: si tratta di un ospedale da campo in grado di accogliere circa 25 pazienti Covid; struttura mai entrata in funzione perché, a seguito di dispendiosi lavori strutturali di collegamento idrico e fognario, i vari architetti e ingegneri incaricati si sarebbero accorti di una pendenza insormontabile del terreno sul quale disporre la struttura. Dunque, lavori bloccati, soldi pubblici sprecati!
Inoltre, con la recente trasformazione del Cardarelli in centro di accoglienza per malati Covid, da luogo di cura esso è diventato luogo di malattia anche per gli addetti sanitari e il personale delle pulizie. Al riguardo, lo Studio Legale Associato Vizzino ha ricevuto denunce e richieste di aiuto proprio da parte del personale ospedaliero del Cardarelli che ogni giorno rischia non solo la propria vita, quella dei colleghi e dei familiari ma anche quella dei malati stessi; pertanto il predetto Studio Legale sta già provvedendo a raccogliere le doglianze e le richieste di aiuto del personale ospedaliero in questione e sarà pronto ad agire in giudizio per i dovuti accertamenti di responsabilità e conseguenti risarcimenti economici.
Alla luce delle gravissime problematiche esposte, si fa sempre più forte l’esigenza di tornare a mettere a disposizione dei pazienti strutture ospedaliere sicure ed efficienti attraverso la predisposizione di un’area ad hoc, tipo la Mostra d’Oltremare, deputata all’accoglienza esclusiva dei malati Covid, così da restituire strutture come il Cardarelli alle persone che devono accedere alle cure mediche e assistenza specialistiche.
Inoltre, si dovrebbe intervenire immediatamente attraverso la messa a disposizione per gli anziani di una struttura ad hoc in cui recarsi e ricevere l’assistenza adeguata; una di queste strutture potrebbe essere individuata in una determinata area del Policlinico Nuovo adibito, dunque, come Pronto Soccorso temporaneo per questa categoria di malati. Ulteriore soluzione potrebbe essere quella di mettere a disposizione, quale Pronto Soccorso ad hoc, una Clinica o struttura Privata.
Altro capitolo dell’esposto riguarda il curioso caso dei medici di base che non effettuano visite: molti cittadini hanno segnalato disagi e criticità legate proprio alla figura del medico di base; spesso si verificano situazioni in cui il medico si limita a redigere ricette mediche e non effettua né visite mediche di persona presso il proprio studio né si reca presso le abitazioni di coloro che richiedono assistenza. Il Protocollo stilato dalle Regioni prevedeva che nel caso di sintomi di Covid-19 il medico di base si sarebbe dovuto attivare per allertare l’ASL di competenza e far partire i dovuti accertamenti, per poi recarsi presso l’ammalato per le dovute cure del caso. Come più volte sollecitato, è urgente che i medici di base effettuino tamponi naso-faringei e siano affiancati da un infermiere specializzato. Unitamente a ciò rileviamo la necessità di prevedere adeguati sistemi di prevenzione e di sicurezza, quali tute, guanti e mascherine, da dare in dotazione a medici e infermieri.
Infine l’esposto sollecita la costituzione di un Comitato Permanente, composto da membri della Società civile, psicologi, psicoterapeuti, sociologi e medici, per il monitoraggio concreto e ravvicinato di tutte le problematiche legate al Covid–19 e delle relative misure di sicurezza e prevenzione da attuare.