Intervista a Antonio Vernuccio, musicista professionista e autore di “Vento d’estate” (edito Resalio), il suo atteso romanzo d’esordio.
Antonio Vernuccio, romano di Trastevere, è un importante musicista professionista con un notevole bagaglio di esperienze: è stato allievo del batterista jazz statunitense Marvin Bugalu Smithe del Maestro Bruno Biriaco, ha frequentato stages internazionali tenuti da Billy Cobham e Steve Gadd; ha studiato a Los Angeles “Tecnica della composizione e fonica mediante l’utilizzo informatico” ed è session man e turnista di artisti tra i più noti del panorama musicale italiano ed estero. E poi un giorno, Antonio, in un punto preciso del suo percorso, ha sentito l’esigenza di sviscerare le sue emozioni attraverso la scrittura di un libro: “Vento d’Estate” (www.resalioproduzioni.com) infatti, è il suo atteso romanzo di esordio. Un titolo che ricorda una famosa canzone italiana, penserete… ma non lasciatevi ingannare, perché “Vento d’Estate” racconta una storia che, volutamente, nulla ha a che vedere col mondo della musica. Si tratta di un giallo, dai toni noir, la cui trama è assolutamente attuale e contemporanea perché uno dei protagonisti principali è il (controverso) mondo dei SOCIAL network.Max, il protagonista del libro, dopo la tragica scomparsa della moglie Luisa, morta per un apparente incidente domestico, rimane da solo con un dolore difficile da metabolizzare. Ma qualcosa non torna, e una serie di ricerche casuali porteranno il protagonista a scoprire una vera e propria doppia vita che Luisa conduceva sui social e di cui lui era totalmente ignaro. Max si addentrerà in relazioni torbide e verità sconosciute trovando, suo malgrado, conferma a diversi dubbi. Eppure, ogni volta che sarà vicino alla risposta, l’omicidio di un diretto interessato lo farà ripartire da zero. In un mondo a lui sconosciuto – i social network – e con un puzzle sempre da ricomporre, Max arriverà finalmente alla più sconcertante delle scoperte.Con un linguaggio diretto e visivo, l’autore sviscera le emozioni e le motivazioni più assurde di ogni personaggio, lasciando al lettore un amaro e commovente finale, sulle note… di quella famosa canzone italiana. Ho raggiunto Antonio per saperne di più, per conoscerlo meglio, per esaudire alcune mie curiosità relative al romanzo. Ne è scaturita un’intervista con interessanti punti di discussione, soprattutto quelli relativi al tanto famigerato mondo dei Social Network.
Antonio, tu sei un musicista professionista con un bagaglio importante di esperienze. Quale ritieni più significativa?
“Sono talmente tante che è veramente difficile ricordarle tutte! Le esperienze più importanti sono state soprattutto quelle che mi hanno messo in contatto con grandi personaggi dello spettacolo dai quali ho avuto l’opportunità d’imparare molto e che, spesso, mi hanno onorato della loro amicizia e stima. Forse quella più significativa è stata la collaborazione con il teatro stabile di Gorizia, un adattamento del Werther di Goethe, del quale ho curato l’allestimento musicale, oltre ad averne composto, arrangiato e realizzato, presso il mio studio (Danyat), le musiche. E poi ricordo anche le tante sigle tv, i documentari, le colonne sonore per il cinema, i jingle pubblicitari e tutte le collaborazioni musicali con grandi artisti”.
E poi un giorno hai deciso di scrivere un libro, Vento d’Estate (edito Resalio) è il tuo romanzo di esordio. Quando e come è nato questo progetto editoriale?
“L’intuizione e l’idea sono nate cinque anni fa. In quel periodo mi capitò di assistere moralmente un mio carissimo amico che stava vivendo una crisi con la sua partner perché questa conduceva una seconda vita (segreta) sui social dove incontrava, nelle chat, altri uomini, tra cui quello che la portò a mettere fine al rapporto col mio amico. Mi colpì moltissimo quella storia e, durante il lockdown, improvvisamente, le dita sulla tastiera del computer cominciarono a correre da sole e praticamente mi sono ritrovato in poco tempo con un libro finito. A questo punto cercai sul web le prime dieci case editrici, a dire il vero molto importanti, che stampassero libri non a pagamento e mandai loro il manoscritto. Nel giro di di poco tempo mi risposero tutte, erano disposte a pubblicarlo, esprimendosi con termini molto lusinghieri. Tra queste proprio la RESALIO, con cui fu amore a prima vista, anzi a prima telefonata. Fui colpito dalla loro attività anche nel campo musicale, infatti con loro sono allo studio altri progetti…”
Max, il protagonista, dopo la morte della moglie, ha il sospetto che qualcosa non torni. Indagherà, scoprendo una vera e propria doppia vita che lei conduceva sui social. Secondo te queste dinamiche accadono spesso nella realtà?
“Purtroppo, sì, chiaramente senza arrivare alle tragiche conseguenze riportate nel romanzo. Ma è sotto gli occhi di tutti che a causa dei tradimenti, prima virtuali e poi anche fisici, molte famiglie si separino. E’ un fenomeno nuovo, causato dalla crisi istituzionale della coppia, spesso sempre più stretta in ruoli stereotipati che non soddisfano più le aspirazioni personali. C’è molta insoddisfazione e manca il dialogo. Siamo tutti alla ricerca di un qualcosa che non sappiamo definire, che crea dentro ansia, oltre un continuo desiderio di scappare via senza una meta precisa. Per poi ritrovarsi nello stesso film, magari anche peggiore, ma con protagonisti diversi. Molti rapporti finiscono senza nemmeno una possibilità di ricucire, magari anche mediante l’aiuto di uno psicologo della coppia.
Se dovessi definire il genere del tuo romanzo, quale sarebbe?
“È un giallo, con atmosfere Noir, dove vengono messi in risalto gli aspetti psicologici dei personaggi che si muovono dietro le varie tipologie dei sentimenti umani e le loro relative contraddizioni”.
Una trama assolutamente attuale e contemporanea con la quale ti addentri nel (controverso) mondo dei social network… col quale, mi pare di aver capito, non hai un buon rapporto…
“No, non ho un rapporto stupendo con i social. Ho miei profili su Instagram e Facebook e tantissimi amici virtuali che, come scrivo in una frase del libro, “È come essere ricchi nel gioco del Monopoli”. La maggior parte di questi amici virtuali li conosco personalmente, altri sono musicisti o gente comunque legata all’ambiente della musica con i quali ho avuto contatti personali. Diciamo che la mia presenza sui social ha una finalità soprattutto divulgativa allo scopo di pubblicizzare la mia arte. Sinceramente, trovo noioso chattare e usare i social per altri fini, tipo quelli descritti nel mio romanzo”.
“Vento d’Estate” è anche il titolo di una famosa canzone italiana…
“Il titolo fa proprio riferimento al famoso brano di Max Gazzè, Vento d’estate, interpretato da Niccolò Fabi. Esiste una matrice autobiografica in quanto molto anni fa ebbi a che penare con una persona che, nei momenti topici del nostro tormentato rapporto, soleva chiudersi in bagno e ascoltare questa canzone. Era diventato il mio tormento, al punto che ho pensato di riproporre quel tipo di sensazione nel protagonista. Una canzone che lo perseguiterà e lo accompagnerà nei momenti più tristi e tragici della vicenda. Un tormentone che inevitabilmente lui finirà per odiare, quantomeno fino a un certo punto…Sarà interessante leggere come una canzone possa diventare protagonista di una storia! E sì, una contaminazione musicale che forse solo un musicista poteva pensare”.
Hai realizzato anche un videoclip di pochi minuti che fa un po’ da trailer al tuo romanzo…
“ Io adoro la cinematografia, soprattutto quella dei grandi autori tipo David Lynch e Spielberg, sono cresciuto con il culto delle immagini e della rappresentazione dell’arte nelle sue più elevate forme di cinematografia. Quando leggo un libro o ascolto un brano mi viene spontaneo “girare” un mio personalissimo film. Così, mentre nasceva il mio libro, ho immaginato, come un regista, le varie ambientazioni, i tagli di luce come in un set e persino i volti dei personaggi. E’ come se lo avessi girato, cinematograficamente, nella mia testa. Ho avvertito persino la necessità di rappresentare i volti di alcuni dei miei personaggi facendoli disegnare da mia figlia Camilla che è una bravissima illustratrice grafica. Il massimo però l’ho raggiunto quando ho voluto far realizzare, ad uno dei più grandi video maker italiani, Marco Schiavoni, un videoclip di due minuti nel quale, attraverso immagini e suoni, cerco di svelare al lettore quantomeno gli stati d’animo che la storia riesce a suscitare”.
Antonio, anagraficamente tu sei quello che è definito Boomer. Secondo te, ai ragazzi della Generazione Z, potrebbe piacere il tuo libro?
“Intanto io non mi definirei un boomer, se non, ahimè, anagraficamente! (ride, ndr) Trovo penalizzante etichettare tutto, soprattutto per una mente artistica che crea vedendo e sentendo come un bambino, con lo stesso entusiasmo. In verità, non so quanti ragazzi leggeranno il mio libro o si rispecchieranno nella storia che racconto. Credo, tuttavia, che potrebbero essere presi dall’atmosfera Noir del mio giallo, dalla voglia di risolvere il mistero, e dal fatto che la maggior parte delle interazioni fra i personaggi avviene proprio nei social, luogo per loro familiare. Sono convinto che i ragazzi di oggi ci tengano a “crescere” e soprattutto a scongiurare il pericolo della formazione di inquadrate coscienze di massa”.
Cosa troverà il lettore, tra le pagine del tuo libro?
“Intanto spero che trovi quantomeno la voglia di arrivare fino alla fine, del libro! (ride, ndr).E poi spero trovi la curiosità di capire chi sarà l’assassino, che resti colpito dall’introspettiva psicologica dei personaggi. In Vento d’Estate, a parte il giallo, si parla anche di sentimenti e di un amore tormentato… posso sicuramente affermare che il lettore non troverà volgarità né banalità”.
Antonio: musicista o scrittore, in quale ruolo ti senti più a tuo agio?
“Non credo sia una questione di ruoli! Non si scrive o si compone musica perché si appartiene ad un ruolo. Non esiste un cliché. Io mi sono occupato in passato anche di fotografia, pittura e disegno. Prima della scrittura del mio romanzo ti avrei risposto sicuramente la musica. Ora ci ho preso gusto al punto che già sto lavorando a un secondo romanzo!”.
Come e dove ti vedi fra cinque anni?
“Trovo che non sia importante il come e dove sarò tra cinque anni, piuttosto che io possa vivere sereno e in salute nei prossimi cinque anni! Sai, credo che la felicità sia un flash con una componente solo orgasmica, dura poco e poi si trasforma in qualcos’altro. Ecco perché non cerco di essere felice a tutti i costi…”