“BLABLA” è il nuovo singolo di AmbrOsino, che racconta l’urgenza di mordere a bocconi larghi il mattino appena schiuso, tenendo testa, con il “fare”, le quotidiane pigrizie. La nostra intervista.
Ciao AmbrOsino, benvenuto. Iniziamo conoscendoti meglio, come e quando è iniziata la tua passione per la musica?
Ciao il piacere è mio, dunque la passione per la musica nasce grazie a mio padre Renato e mio zio Armando (autore di diverse canzoni, tra le quali “cuore matto” ndr) i quali mi coinvolgevano da bambino nel salotto di casa con i loro mini-set live di canzoni popolari e classiche. Ne ero praticamente rapito. Poi ho iniziato a suonare la chitarra e a scrivere le prime canzoncine. Da lì in avanti la passione è stata irrefrenabile.
Sei nato e cresciuto a San Giorgio a Cremano (Napoli). Come ha influito la tua città sulla tua musica?
Non ha influito solo la musica, ma anche il teatro il cinema. Negli anni della mia adolescenza l’arte che questa città produceva era preziosissima, la ritroviamo ancora fortemente identitaria oggi. Non ho potuto non tenerne conto, fa parte di me, come i vestiti e le scarpe che indosso. E come vale per tanti musicisti di questa terra ho assorbito come una spugna il suono e la poesia di quel tempo.
Sappiamo che Pietra Montecorvino ha scelto per il suo ultimo album di reinterpretare il tuo brano “Na Mullica ‘e pane”. Qual è il tuo ricordo di quell’esperienza?
Sicuramente un ricordo intenso e sorridente: dopo uno scambio di e-mail con lo staff della Montecorvino, mi sono ritrovato con un caro amico allo studio di Eugenio Bennato per fargli ascoltare delle cose; nel salutarci Eugenio ci propose un passaggio a casa per presentarci Pietra e tra un piatto di spaghetti al pomodoro fresco – cucinati tra l’altro benissimo dalla “Rigina” ndr – racconti di aneddoti vissuti, risate e qualche canzone cantata in salotto, la voglia di Pietra di reinterpretare quel brano venne fuori in un modo del tutto naturale. Detto fatto. Dopo una settimana, il brano fu inciso.
Parlaci del tuo nuovo singolo “BlaBla”. Com’è nato il testo? Qual è la sua storia?
È nata durante il periodo del lockdown, quel pomeriggio ero sprofondato in una noia totale e il sole era caldo ed invitante. E così imbracciando la chitarra e buttando giù delle idee è venuta fuori nella totale spontaneità “BlaBla”. Per me fotografa quel momento che ci ha visti un po’ tutti in difficoltà e nel quale tutti noi abbiamo riversato speranze e voglia di riprenderci il nostro tempo.
Cosa ti spinge ad utilizzare il dialetto napoletano nei tuoi brani?
Non mi sforzo, viene naturale. Utilizzo le parole prima come suono e poi come contenuto. Ho scritto il mio primo album “AmbrOsino” in italiano perché in quel momento quella era l’ispirazione e la tallonavo, l’accarezzavo. Poi successivamente l’urgenza è cambiata e con “Edicola Votiva” (il mio secondo album) fino ad oggi posso dire con serenità che mi placa e mi stuzzica esprimermi in lingua napoletana.
Quali emozioni provi quando canti?
Mi sento nella mia dimensione. Sono a mio agio. Sento mio padre più vicino.
Non faccio musica pensando al successo, lo faccio perché mi fa stare bene.
I tuoi progetti futuri? Qualche anticipazione?
Ci sono un po’ di cose in ballo e in divenire. Adesso resto concentrato sulla promozione di “BlaBla”, sto pensando ad un videoclip. Poi nei prossimi mesi, a settembre, uscirà il secondo singolo e a ottobre il terzo con l’EP e mi auguro di fare un po’ di serate e portare in giro le mie canzoni.