Giovanissima Ally in questa scena indie che sempre più ci restituisce il peso del pop dentro forme e cliché assai lontani nel tempo e dalle radici forti. Una ballad romantica, struggente nelle tessiture di pianoforte e in questo video dove alla sensibilità viene restituita una chiave di lettura espressiva assai dolce. “Paranoie” è un titolo che da se dice tutto… e il contrario di tutto.
La prima curiosità che sottolinea è la feat. di Gumball che troviamo indicato nel video. Ce la racconti?
Si, Gumball è un mio amico al quale ho chiesto se potesse prestarmi la sua voce nei ritornelli perché, secondo me, ha un timbro molto caldo ma passionale. Visto che è anche un ballerino, l’ho invitato al mio videoclip e gli ho chiesto di ballare e come al solito ha spaccato!
Il pop main stream di Ally… le paranoie… sono tutti elementi assai comuni a tutti noi. Un brano autobiografico nel messaggio e nella forma?
Il brano è nato in maniera spontanea, poi ho pensato al fatto che la ripetitività nel ritornello ricorda molto la ripetitività delle paranoie. Ho pensato fosse una bella associazione.
Che poi nel parlare a se si finisce col parlare a tutti… vero?
L’obiettivo è quello. Alla fine, siamo tutti molto simili e molto semplice. A volte è difficile capirsi perché abbiamo tutti un nostro vissuto, ma alla fine siamo tutti esseri umani che cerchiamo un nostro posto nel mondo e a volte ci servono delle rassicurazioni.
Secondo te ha senso se ti dicessi che questo video un poco rimanda a quella leggendaria serie televisiva dal titolo “Flashdance“? Sei giovanissima e chissà se puoi ricordarla…
Certo certo, io conosco il film “Flashdance”, a casa ho anche il vinile con le canzoni. Volevo ricreare una scena di ballo spontaneo e libero nel videoclip e credo di esserci riuscita.