Una efficace prevenzione delle malattie inizia da un corretta e sana alimentazione.
Ippocrate, padre della medicina affermò: “Che il cibo sia la tua medicina, che la medicina sia il tuo cibo” e il suo pensiero si basava sulla convinzione che gli alimenti fossero in grado di influenzare la genesi delle malattie.
Lo stato di salute è fortemente correlato all’alimentazione. Oggi è un concetto ben chiaro e palese, ma per decenni questa ipotesi è stata ignorata da medici e ricercatori.
Si sente parlare sempre più di Nutrigenetica, ossia dell’esistenza di una relazione tra DNA e alimentazione; quindi della possibilità di stilare alimentazioni personalizzate non solo in base al biotipo o alla fisiopatologia, ma in base alla genetica.
Nell’ultimo decennio la Nutrigenetica ha rivoluzionato il modo in cui i professionisti della salute guardano al tema dell’alimentazione.
Le tradizionali diete “a pacchetti”, uguali per tutti, verranno via via sostituite da un approccio individualizzato, che valuta nel dettaglio i fabbisogni nutrizionali della singola persona e sulla base di questi formula un piano alimentare specifico.
Ogni giorno il cibo e il mondo esterno ci mandano messaggi di modifica del DNA che non sempre riusciamo a correggere, dando un risultato distorto.
Una corretta e mirata nutrizione unita alla diversità genotipica di ciascun individuo ha permesso di chiarire le linee guida alla base della prevenzione di numerose malattie complesse quali: malattie metaboliche, neurodegenerative, neoplastiche, danni da stress ossidativo e invecchiamento.
La nutrigenetica studia l’impatto della diversità genetica degli individui sul metabolismo dei nutrienti e dei composti introdotti con la dieta. Ognuno di noi ha un proprio DNA, che condiziona la risposta dell’organismo ai vari alimenti e quindi l’effetto sulla salute. Un aspetto cruciale di questi studi riguarda infatti l’interazione tra dieta e DNA individuale in presenza di una mutazione genetica.
Opposta e complementare alla nutrigenetica è la nutrigenomica, scienza che studia l’alimentazione come fonte di regolamentazione del proprio metabolismo e come una risposta salutare all’insorgenza, in via preventiva, delle principali malattie, soprattutto quelle croniche e metaboliche che incidono negativamente sulla qualità della vita.
Significa anche abbandonare quel vecchio concetto per cui una caloria è una caloria e che lo stare bene coincida per forza con il deficit calorico.
O meglio: con quelle diete drastiche che richiedono incredibili rinunce alimentari, spesso impossibili in quanto contrarie ai meccanismi che regolano l’appetito e in generale la nutrizione.
Lo scopo della nutrigenomica è quello di analizzare in che modo la nutrizione modifichi i nostri geni e le risposte cellulari e quindi come sfruttarla come fattore di miglioramento complessivo della salute.
Nutrigenomica e Nutrigenetica camminano insieme. La nutrigenetica è applicabile al singolo individuo: in che modo il suo DNA reagisce all’assimilazione delle molecole presenti nei cibi. l’obiettivo della nutrigenetica è quello di fornire un intervento personalizzato per prevenire l’insorgenza delle malattie più gravi, quelle con la più alta incidenza negativa sullo stile di vita.
Questo focus personalizzato è molto importante. Spesso spiega come mai, lo stesso tipo di piano alimentare o dieta, funzioni per alcuni individui e non per altri.
Possono esserci problemi a livello enzimatico o genetico, in rapporto a determinati nutrienti, che possono essere scoperti solo con un’analisi approfondita. In generale, l’approccio nutrigenetico mira a sfruttare l’alimentazione per stare bene, su basi scientifiche avanzate.
Per semplificare il discorso, secondo la nutrigenomica, ogni persona reagisce in maniera diversa dopo aver ingerito lo stesso tipo di cibo e questo dipende dalle differenze dei codici genetici. Ciò vuol dire che una stessa dieta seguita da due persone distinte può portare a risultati dissimili, a causa delle differenze genetiche nel DNA.
L’obiettivo della nutrigenetica è quello di elaborare una dieta unica e ultra-personalizzata sulla base del patrimonio genetico individuale, studiando il relativo DNA con il fine di raggiungere il peso-forma e prevenire (e, in alcuni casi, anche curare) patologie e disturbi legati ad un’alimentazione sbagliata.
Nutrigenomica e nutrigenetica sono sicuramente le nuove frontiere all’interno della scienza dell’alimentazione, e il loro sviluppo è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi 15 anni.
Nel campo sperimentale, la nutrigenomica ha scoperto come una corretta (o scorretta) alimentazione possa influenzare non solo il DNA di un singolo soggetto, ma anche quello delle generazioni future.
Negli studi inerenti alla nutrigenomica sono stati individuati alcuni alimenti specifici che permettono al DNA di lavorare meglio, tra questi vi sono legumi, cereali integrali, frutta e verdura, semi naturali, frutta secca, pesce pescato in mare, carni magre, uova e olio extravergine d’oliva.
Il confine tra nutrigenetica e nutrigenomica è sottile. Entrambe possono essere ben rappresentate dal concetto di nutrizione personalizzata, basata da un lato sull’effetto dei nutrienti e dall’altro sul proprio profilo genetico.
A livello del DNA, quindi, si possono attivare o silenziare alcuni geni. Le molecole introdotte con l’alimentazione, così come quelle prodotte grazie all’attività fisica e alla realizzazione sociale, si legano al vostro DNA, regolandone il funzionamento e l’espressione. Queste molecole decidono quali geni far funzionare e quali tenere bloccati.
Prendere coscienza dei pregi e dei difetti dei molteplici geni in grado di influenzare il nostro metabolismo potrà permetterci di individuare quali componenti funzionano poco, e di localizzare i vostri blocchi metabolici.
La rapida progressione della biologia molecolare ha determinato una vera e propria rivoluzione nella
Nutrigenetica e nutrigenomica sono discipline giovani e guardano al futuro con speranza. Il desiderio comune è migliorare lo stato di salute di tutti, ma nel rispetto dell’unicità di ogni individuo, affiancando ad una prevenzione mirata una terapia altrettanto in linea con le caratteristiche personali.
E se si parla di personalizzazione non può non essere tirato in causa il cibo, uno dei più potenti fattori ambientali capaci di modulare il nostro stato di salute. È infatti assodato che l’interazione di ciò che mangiamo con i nostri geni si ripercuote sul benessere.
Fattori ambientali quali nutrienti, attività fisica, inquinamento e farmaci possono fungere da interruttori dei nostri geni, attivandoli o spegnendoli, promuovendo, ad esempio, l’invecchiamento cellulare o il manifestarsi di certe patologie
Interventi dietetici basati sulle conoscenze dei fabbisogni nutrizionali, dello stato nutrizionale e del genotipo, possono essere utilizzati per prevenire, migliorare o curare patologie croniche (nutrizione individualizzata). Lo studio del genotipo individuale può fornire quindi al clinico una terapia dietetica, per il singolo individuo, in grado di prevenire o ritardare l’insorgenza di patologie correlate direttamente o indirettamente all’alimentazione.
Insomma, è il nostro stesso genoma che può suggerirci la strada per bilanciare nel modo migliore i componenti della dieta e tutelare la salute.
UN TEST GENETICO può essere prodromico all’adozione di un particolare regime alimentare.
Oggi alcuni semplici test ci rivelano quelle peculiarità genetiche che sono sensibili alle variabili ambientali, in primo luogo la dieta ed il nostro stile di vita, che incidono nel bene e nel male sulla qualità della nostra vita stessa.
Ognuno di noi è unico e ciò è dovuto ai nostri geni.
Infatti, sebbene condividiamo gran parte del materiale genetico, in ciascun gene vi sono punti di variazione: il più comune è il “Single Nucleotide Polymorphism” o SNP, ed è l’insieme di queste piccole variazioni che influenzano ciò che siamo e definiscono la nostra individualità.
L’analisi di materiale genetico viene effettuata mediante un semplice tampone passato all’interno della bocca che poi viene inviato al laboratorio ed in base ai risultati ottenuti si offre una serie di suggerimenti alimentari adatti al proprio profilo genetico.
I geni modificano i nostri bisogni nutrizionali e grazie al test si determina quali sono le necessità peculiari di ciascuno di noi. Il test rivela le variazioni presenti in 20 geni specifici per la nutrizione e fattori di rischio ad essa associati, i risultati sono convertiti in una guida alimentare.
Non si tratta dunque soltanto di una dieta per dimagrire ma di un investimento a lungo termine sulla propria salute.
La conoscenza della propria disposizione genetica, la conoscenza del ruolo di certi geni nel determinare i nutrienti di cui ognuno necessita, può offrire una forte motivazione a seguire un’alimentazione ed uno stile di vita più consoni ai propri bisogni e prevenire lo sviluppo di patologie multifattoriali.
La nutrigenetica dovrebbe essere applicata ad ogni regime alimentare, sia per il semplice fine di potenziare gli effetti benefici del cibo sulla nostra salute, sia per un vera e propria dieta dimagrante, in quanto può fornirci un ausilio prezioso per il controllo del peso assicurando a chi voglia perdere peso la giusta quantità di nutrienti specifica per il suo particolare genotipo.
Ciò è particolarmente importante nelle diete dimagranti in cui una bassa quantità di calorie è prescritta, poiché è essenziale che queste calorie contengano ogni giorno la quantità e qualità dei nutrienti necessaria a ciascun individuo.