Faccere: uno spettacolo che riflette le ossessioni/idiosincrasie della post-modernità

a cura di Clelia Moscariello

Al Teatro Sancarluccio di Napoli è andato in scena lo spettacolo “Faccere”, fuoriuscito dalla penna dell’attore italiano, regista e sceneggiatore partenopeo, Massimo Andrei, e della regia di Peppe Miale., che il 12 e 13 aprile sarà di nuovo in scena, questa volta al Teatro Sala Molière di Pozzuoli.

Interpreti della commedia a due voci sono le attrici napoletane, Roberta Misticone e Titti Nuzzolese, che nel corso di un dialogo incessante e bizzarro e, a tratti, grottesco e inquietante, conducono in modo avvincente e intrigante il pubblico in sala nei meandri del mondo del beauty e della cura del corpo, con tutto ciò che a esso risulta, oggigiorno, correlato per antonomasia.

Tra le note di regia, l’autore del testo drammaturgico, Massimo Andrei, commenta a proposito della sua ultima creazione:

«“Faccere” è uno spettacolo coinvolgente che affronta temi delicati e profondi con la leggerezza della risata. Oggi prevale una forte preoccupazione per l’apparire socialmente adeguati, spesso a scapito dell’attenzione verso il proprio mondo interiore. Le protagoniste dello spettacolo sono due venditrici di prodotti per la bellezza del corpo, ma anche loro custodiscono un’interiorità segnata dal dolore».

Il mondo della bellezza accoglie bene, ma in verità raramente perdona. E questo lo sanno bene le protagoniste del componimento teatrale “Faccere”, Valentina e Rosaria, due estetiste che si muovono perfettamente a loro agio nell’ambiente di un centro di bellezza di Napoli.

In dialetto napoletano il vocabolo “faccera indica, per l’appunto, chi è solito indossare più di un volto a seconda delle situazioni. Insomma, il termine suggerisce per associazione la caratteristica della “falsità”. Dunque, parafrasando solo per un istante lo studioso di sociologia di origini canadesi, Erving Goffman, noi umani utilizzeremmo diverse “maschere” a seconda dei contesti.

E di tale assunto “goffmaniano”, ma, se vogliamo anche “pirandelliano”, si fa portavoce nostrano dei giorni odierni “Faccere”, che ci offre uno spaccato tutto folcloristico e popolare, divertente ma anche commovente, del tema del “doppio”, famoso e dibattuto nella drammaturgia internazionale da sempre.

I personaggi, Valentina e Rosaria, tuttavia, oltre a fingere con le proprie clienti, in quanto, sono consapevoli in molti casi di non vendere altro che “fumo”, si mentono anche tra loro, giungendo, in modo pressocché inevitabile, finanche al tradimento reciproco. 

Pertanto, proprio l’elemento del viso, che simboleggia di solito il nostro biglietto da visita personale per il mondo esterno diviene, nella fattispecie, altresì un’opportunità utile per mostrare i paradossi e le infinite incongruenze fornite dagli scenari contemporanei, scenari assillati e attanagliati da un’ideale di bellezza probabilmente assai poco verosimile e percorribile, se non a spese della propria preziosa interiorità.

Concludendo, complice il talento di Roberta Misticone e Titti Nuzzolese, le quali, sono assolutamente credibili nelle vesti di Valentina e Rosaria, la pièce in questione convince eccome!

Infine, “Faccere” è una produzione di Mudra Arti dello Spettacolo, di cui Olimpia Panariello è il direttore artistico. La colonna sonora originale è cura di Mariano Bellopede, i costumi sono firmati da Fabiana Amato, invece, le scenografie sono opera del Biennio di Teatro ABANA, diretto dal maestro Luigi Ferrigno.

Assolutamente consigliato a tutti!