Focus sul mondo del lavoro e delle difficoltà nel mondo dell ‘imprenditoria femminile al tempo del covid: e’ questo l’oggetto dell’incontro tra le componenti della Commissione imprenditoria femminile presieduto dalla dottoressa Stefania Brancaccio ,che avrà luogo il prossimo 1 dicembre e promosso in sinergia con Unioncamere .
Un tavolo d’incontro , che avrà luogo sulla piattaforma virtuale zoom, e che vedrà la partecipazione di tutte le componenti del comitato ,ma anche con tutte le professioniste e imprenditrici campane chiamate ad esprimere le difficoltà lavorative incontrate a causa del devastante impatto economico del covid sul mondo dell’imprenditoria e delle professioni.
Ma quali sono le caratteristiche dell’imprenditoria femminile in Italia? Le imprese femminili sono 1.340.134 pari al 22% del totale delle imprese e sono fondamentalmente concentrate sui servizi : il 66, 2% ( ovvero ben 886.931 unità), contro il 55,4% di quelle maschili e sono fondamentalmente microimprese , pari al 96,5% ( 1.393.795 unità) contro il 94,5% di quelle maschili . Si tratta fondamentalmente ditte individuali , pari al 62,3% ( 836.570 unità). Le imprese femminili sono , inoltre ,concentrate fondamentalmente nel Mezzogiorno , precisamente nella misura del 36,3% ( 486.594 unità) , contro il 32,9% di quelle del Nord.
Negli ultimi 5 anni , dal 2014 al 2019 , le imprese femminili sono aumentate maggiormente rispetto a quelle maschili , prevalendo del + 2,9% , contro un + 0,3% delle aziende maschili .
Basti pensare che in valori assoluti l’aumento delle aziende femminili è stato più del triplo rispetto a quello delle imprese maschili : + 38008 imprese in rosa contro 12.704 aziende create da imprenditori .
In pratica le imprese femminili hanno contribuito nella misura del 75% all’incremento complessivo di tutte le imprese che in Italia ha registrato, nel periodo preso in esame , un + 50.784 unita‘.
I settori che hanno avuto una maggiore spinta sono stati i servizi , con un + 4% e + 34.000 unita‘,un implemento più evidente rispetto alle imprese maschili che hanno registrato un + 2,9% , al cui interno spiccano una sensibile crescita nei settori dell‘istruzione , della sanita‘, dell’assistenza Sociale , ma anche nell‘ambito dell’intensive service ( attività professionali e scientifiche , informatica e telecomunicazioni ) , turismo e cultura.
Spiccata la crescita dell’imprenditoria femminile nelle regioni Lazio per il centro , Campania e Calabria per il Mezzogiorno , Trentino Alto Adige e Lombardia per il Nord.
Ma come ha impattato il Covid sull’imprenditoria femminile secondo questo rapporto Unioncamere aggiornato si dati dello scorso luglio ? Si e‘ registrato un netto calo nel registro delle imprese , un – 42% di nuove iscrizioni femminili contro un -35% delle imprese maschili .
In particolare considerevole è stato il calo nel settore del commercio al dettaglio ( -1206), della ristorazione ( -871) , nel commercio all’ingrosso ( – 585 unità) . flessione rilevante , infine anche nei settori dei servizi alla persona , che hanno registrato una rilevante flessione di nuove iscrizioni .Si registra , infine , quasi un’equivalenza tra la percentuale di cessazione di imprese femminili ( -38,8%) e imprese maschili ( -39,9%) . E‘ evidente , inoltre , che nelle regioni del centro nord si registra un maggior numero di cessazioni di imprese femminili proprio perché il dato rilevato si riferisce al primo semestre del 2020.
Ma il dato davvero piu‘ sorprendente e‘ , di certo , che le donne sono, nelle professioni , più esposte al rischio contagio , registrandosi un indice di contagiosità pari a 0,493 % contro lo 0,274 rilevato per gli uomini .
Valentina Capuano