Se si cammina per i vicoli stretti del centro storico e precisamente nella zona di via Rua Catalana situato vicino il Porto di Napoli sembra che il tempo si sia fermato.
E’ proprio qui che si sente durante la giornata il rumore di rame e metallo ed è qui proprio che prendono vita le creazioni di Ciro, Enrico e Renato tre lattonieri che insieme ai loro giovani figli lavorano con le loro mani d’oro la latta e l’ottone trasformandoli in autentici capolavori di artigianato.
L’arte della lattoniera ha radici molto antiche inizialmente si utilizzava per costruire solo pentole, utensili e lampade col tempo invece l’arte della bottega Myart situata proprio in via Basile e vicoletto Graziella ha inventato tanti altri oggetti che raccontano la città attraverso il metallo.
Renato che ha lavorato per 40 anni con Riccardo Dalisi spiega che appena ha una idea si mette subito a lavoro per la realizzazione di un nuovo progetto.
Aggiunge inoltre che chi passa di qua può trovare sempre qualcosa di originale: un cornetto portafortuna, un piccolo Vesuvio, uno sfogliacarta. Spesso dice Renato abbiamo una ordinazione di lavori anche da diverse parti dell’Italia. Il suo pezzo forte è quello di dare nuova vita anche a dei materiali inutilizzati secondo la pratica del riciclo.
Tra gli oggetti fatti si nota anche il Vesuvio da cui fuoriescono delle strisce di rame che rappresenta la lava che erutta dal vulcano. Questi oggetti rappresentano per chi passa di qua un pezzo unico e originale da regalare o conservare come ricordo. Chi osserva rimane entusiasto e contento dell’originale creatività dei suoi maestri.
La storia di Renato, Ciro e Enrico rappresenta proprio il concetto di ‘Resilienza’ persone comuni e umili che si sono uniti insieme perché amano l’arte in tutte le sue sfaccettature e che proprio per manterla viva hanno deciso di adibire uno degli antichi locali a Museo dove chi vorrà potrà osservare le innumerevoli opere fatte dai singoli maestri e nel caso acquistare perché no un pezzo unico da portare in in giro per Il mondo.
E chissà se le porte del Comune, e di conseguenza chi ci governa che è lì a pochi passi da via Rua Catalana decide di accendere le diverse luci rimaste li senza aver mai avuto una propria vita.