Torre della Muda: la band racconta il singolo d’esordio “9Mesi”

I Torre della Muda debuttano con “9Mesi”, un singolo che affronta la nascita da una prospettiva diversa, ponendo l’accento sulle emozioni complesse e spesso inesplorate di questo momento cruciale. Lontano dalle celebrazioni tradizionali, la band si spinge oltre, esplorando i sentimenti di oppressione, cambiamento e paura vissuti dal bambino in arrivo. Con sonorità intense e un impatto visivo fortemente simbolico, “9Mesi” segna l’inizio di un percorso artistico profondo e riflessivo, dove la musica diventa veicolo di emozioni autentiche e intime. 

La nascita è spesso vista come un momento di pura gioia, ma nel vostro brano “9Mesi” avete deciso di esplorare anche la complessità emotiva di quel momento. Quali emozioni meno convenzionali avete cercato di trasmettere attraverso la musica e il testo?

Esatto, la nascita è un momento spesso felice descritto solo con emozioni “positive” ma quelle sono le emozioni di chi la vive esternamente, descrivere quelle sarebbe stato forse egoistico e anche un po’ banale; invece abbiamo provato a metterci nei panni del bambino, un essere che nella sua ottica ha sempre vissuto lì e i cambiamenti che arrivano, a volte improvvisi, possono mettere paura, il restringersi del proprio spazio vitale può trasformarsi in un oppressione e quello che per tutti è gioia e stupore può essere vissuto come paura e dolore. 

Il tema della liberazione dai confini fisici e mentali è centrale in “9Mesi”. Come si collega questo concetto al vostro percorso come band, e in che modo la vostra musica vi ha aiutato a superare barriere personali o artistiche?

La musica ha sempre quel ruolo, ha sempre il compito di superare le barriere. Quello che non riusciamo ad esprimere con le sole parole ha bisogno di un accompagnamento per essere veicolato meglio per arrivare al cuore di chi lo ascolta. Come band abbiamo sempre cercato di non porci limiti nell’esplorazione della musica e quello che per molti può essere un limite noi lo viviamo come un obiettivo da raggiungere e da superare.

Nel videoclip, il rosso domina la scena, richiamando il grembo materno e l’intensità delle emozioni. Qual è stato il processo dietro la scelta estetica e come pensate che il colore influenzi la percezione della vostra musica?

L’idea di base del video è quella di rappresentare l’oppressione, noi in gabbia e il protagonista dentro il grembo materno il colore è venuto quasi spontaneo, il rosso è sangue è passione è forza, non potevamo pensare ad un altro colore che rappresentasse direttamente tutto quello che volevamo raccontare nel video

La canzone “9Mesi” trae ispirazione dalla nascita del figlio di uno dei componenti della band. Come ha influenzato il resto del gruppo questa esperienza intima e personale durante la creazione del brano?

Prima di tutto ci siamo sentiti tutti “zii”: siamo legati da molto tempo e la notizia ha sicuramente avuto un riscontro positivo in tutti noi. Per la stesura di questo brano abbiamo voluto dare il meglio in tutto. È come un regalo, non potevamo essere approssimativi e superficiali.

Nel vostro percorso artistico, vi è mai capitato di esplorare tematiche così intime come la nascita? Come è stata accolta questa scelta da chi segue la vostra musica?

Le tematiche del nostro primo album sono diverse ma tutte incentrate sul “cosmo dell’elemento umano” tutto è personale, tutto è intimo e tutto è di tutti. Esploriamo l’amore in forme “non convenzionali” ma sincero e vero, affrontiamo il tema della diversità tra esseri umani che però fanno parte di un’unica famiglia e ci siamo fatti domande su noi e sul perché dell’esistenza della vita stessa.

Chi ci ascolta e chi ci conosce probabilmente si pone le stesse domande e trova nella nostra musica, non tanto delle risposte (quelle non le ha nessuno) ma una compagnia, per non sentirsi solo con i dubbi in mano.