Restare aperti anche oltre le 18. La situazione sta suscitando qualche malumore, soprattutto nella vicina Romagna, anche se il governo sanmarinese non ha intenzione, al momento, di tornare sui propri passi. «San Marino», ha spiegato il segretario di Stato al lavoro Teodoro Lonfernini, «è diversa dall’Italia, ha una popolazione contenuta su un territorio proporzionalmente più ampio. Ha anche un numero di pubblici esercizi contenuto, il controllo quindi è più semplice, il tracciamento da noi funziona. Chiudere bar, ristoranti e pasticcerie alle 18 è francamente assurdo». I locali dovranno dimostrare di saper rispettare le regole. Diventerà indispensabile indicare il numero massimo dei posti a sedere, tenere distanziati i tavoli e garantire l’utilizzo dei dpi al loro interno. La piccola repubblica, 64 chilometri quadrati divisa in nove castelli ognuno con un massimo di 9 mila abitanti, confina con Marche ed Emilia-Romagna, ed è qui che si sono posti il problema.
In particolare a Rimini, sentendo parlare oltre confine di «immigrazione della tagliatella e dello spritz». A essere temuto, in pratica, è il rischio che soprattutto nei fine settimana si verifichi un flusso (con relativo ritorno) di persone diretto a San Marino per cenare e bere aperitivi. Nel Comune di Rimini se ne è lamentato l’assessore alle Attività economiche Jamil Sadegholvaad: «Nel pieno rispetto delle prerogative della Repubblica di San Marino, va evidenziato come tutto ciò possa inficiare gli sforzi che stanno compiendo le autorità italiane dal punto di vista della prevenzione sanitaria. Oltre a porre un problema di concorrenza sleale. Ci sono zone di confine dove un ristorante su suolo italiano chiude alle 18 e uno a 200 metri su suolo sammarinese è aperto». Dei malumori si è fatto anche interprete a Roma Marco Di Maio, parlamentare romagnolo di Italia viva. «Da un lato», ha accusato, «si verifica una sorta di concorrenza “sleale”, dall’altro si rischia di vanificare gli sforzi per il contenimento del virus che valgono in tutte le terre che circondano l’enclave di San Marino. È probabile che molte persone decidano di trascorrere delle serate proprio sul Titano, aggregandosi attorno a ristoranti e bar, in barba alle disposizioni che (per quanto si possano non condividere) valgono in tutta Italia».
Il governo sanmarinese respinge tuttavia le accuse. «Il tracciamento», è ancora il parere del segretario di Stato Lonfernini, «da noi ha funzionato benissimo. Possiamo permetterci un monitoraggio continuo ovunque. Abbiamo fatto test sierologici a tappeto, tamponi e abbiamo attivato ogni forma di assistenza, domiciliare prima ancora che ospedaliera, per chi ha lievi sintomi. Vorrei anche ricordare a chi punta il dito, che San Marino nei mesi più duri, quando il Covid era sconosciuto, ha fatto tutto con le proprie forze. Noi applichiamo i protocolli dell’Oms, e chi viene al ristorante a San Marino è registrato. Siamo consapevoli di esistere in un sistema territoriale integrato con l’Italia e la vicina riviera romagnola, e il nostro agire e le nostre decisioni sono in pieno e totale rispetto degli altri. Vanno quindi rispettate».
Numeri in crescita
Nei giorni scorsi, il governo della Repubblica di San Marino aveva varato alcune misure per contenere e prevenire la diffusione del contagio da Covid-19, potenziando lo smart working, sospendendo gli sport da contatto, chiudendo le palestre e annullando alcune manifestazioni. Fiere e congressi proseguono le loro attività. «La volontà del governo», aveva spiegato il ministro alla Sanità, Roberto Ciavatta, «è quella di mantenere un controllo più puntuale sulle singole attività piuttosto che chiusure generalizzate come avviene in realtà, anche vicine a noi, in cui è più complesso attuare questo tipo di politiche. Vale per tutti: palestre, ristoranti, bar, attività sportive. Chi non rispetta le regole, vedrà sospesa la sua licenza, a tutela di tutti gli altri». Per ora l’ospedale di Stato vede pochi ricoverati per Covid (tre in tutto), ma un reparto dedicato è pronto a riaprire qualora ce ne sia la necessità. Gli ultimi dati indicano 22 nuovi casi di coronavirus in un solo giorno. Il numero totale di contagiati in Repubblica alla mezzanotte del 28 ottobre è di 928, di cui 165 positivi, 42 decessi e 721 guariti. Al 28 ottobre sono stati eseguiti 10.165 tamponi molecolari. Le persone in quarantena domiciliare risultano 133, tra cui tre sanitari e un rappresentante delle Forze dell’Ordine.