ASSOCIAZIONE ITALIANA INGEGNERI CLINICI-AIIC
INGEGNERIA CLINICA E SISTEMI REGIONALI: IL CONTRIBUTO CHE LA PROFESSIONE PUO’ OFFRIRE IN TERMINI DI GOVERNANCE DELLE TECNOLOGIE
redazione Pino Attanasio
direttore responsabile Carlo Ferrajuolo
Le tecnologie healthcare sono diventate un elemento fondamentale per innovare i servizi sanitari nazionale e regionali e gli ingegneri clinici (in questo contesto) rappresentano la professione più coinvolta nella loro implementazione e gestione. Ma come questa professione è inserita e può operare nel tessuto stesso dei servizi regionali? Il tema è stato al centro dell’evento istituzionale L’Ingegneria Clinica ed il Sistema Sanitario Campano: una risorsa professionale per lo sviluppo delle tecnologie per la salute, tenuto presso il Consiglio Regionale della Campania (Centro direzionale, Isola F13, Napoli) e promosso dal Coordinamento campano di AIIC. L’appuntamento intendeva essere un inedito dialogo istituzionale tra i professionisti dell’ingegneria clinica che operano sul territorio regionale e le istituzioni, ponendo quindi una sorta di “punto fermo riconosciuto” nel dialogo tra professione, Regione e servizio sanitario regionale, all’interno di una realtà – quella della Campania, appunto – in cui la relazione tra ingegneri clinici e SSR è già esistente e consolidato.
“Abbiamo desiderato lanciare un nostro messaggio professionale chiaro”, ha sottolineato il presidente AIIC Umberto Nocco, intervenendo all’evento, “perché quello che desideriamo portare come contributo è la messa a disposizione delle nostre competenze, conoscenze e rete professionale alla governance delle tecnologie, che è uno dei punti di snodo di tutto lo sviluppo della sanità nazionale e regionale”. Ha aggiunto Gianluca Giaconia (vice presidente AIIC e storico rappresentante della professione in Campania): “Se fino a ieri eravamo ‘reattivi’ nei confronti delle richieste del sistema, oggi come ingegneri clinici dobbiamo porci nella condizione di essere ‘proattivi’, assicurando una presenza che sia di stimolo a tutto il sistema”. Una proattività che, ha sottolineato Lorenzo Latella (coordinatore regionale di Cittadinanzattiva) deve “spingersi fino ad assicurare una sartorialità della presa in carico del paziente, che oggi più che mai si attende una sanità vicina, immediatamente disponibile e di qualità”. Anche Ugo Trama (Responsabile Politica del Farmaco e Dispositivi in Regione) ha indicato nella personalizzazione “sartoriale” delle cure (e quindi in un effettiva medicina di prossimità) la futura sfida: “in questo senso la figura dell’ingegnere clinico è una delle chiavi di volta del Sistema regionale. Una figura che deve avere responsabilità sempre più chiare in temi di HTA, di dispositivo-vigilanza e di condivisione e gestione dei dati”.
L’istituzione regionale ha raccolto alcune di queste sollecitazioni con Valeria Fascione (Assessore Ricerca, Innovazione e Start up Regione Campania), che ha commentato: “dobbiamo domandarci certamente oggi quale sia il ruolo che desideriamo attribuire agli ingegneri clinici nello sviluppo territoriale delle tecnologie patientoriented. Ma lo facciamo, come Regione, ben sapendo che abbiamo avviato numerose progettualità e linee regionali in termini di ricerca e sviluppo proprio nell’ambito delle scienze della vita. Le scelte di Giunta oggi ci pongono quindi nelle condizioni di poter sfruttare al meglio le competenze esistenti sul territorio, e non intendiamo lasciarci sfuggire questa opportunità”. Sul tema delle competenze e quindi della formazione è stato Francesco Amato (Presidente Corso di Laurea in Ingegneria Biomedica, Federico II di Napoli) ad offrire una overview accademica: i laureati in ingegneria clinica a Napoli sono sempre più numerosi, escono dal percorso universitario con una visione chiara del patientjourney, sono attrezzati anche in ambiti avanzati come l’intelligenza artificiale e sono praticamente tutti inseriti nel mondo del lavoro a tre mesi dalla laurea, sempre più spesso rimanendo a lavorare nel territorio campano, dove le opportunità lavorative stanno decisamente aumentando.
I due promotori AIIC dell’evento, Pasquale Garofalo e Tommaso Cerciello, hanno sottolineato congiuntamente che l’evento istituzionale ha confermato che l’ingegneria clinica in Campania è una realtà multiforme, sia per via della formazione trasversale a diverse discipline ingegneristiche e medico-biologiche, sia perché è chiamato ad occuparsi dell’intero ciclo di vita delle tecnologie sanitarie: “Ciascuna di queste fasi rappresenta il quadro complessivo della professionalità dell’Ingegnere Clinico. Un quadro che ad oggi è stato integrato con nuove competenze, visti i continui progressi. Oggi rientrano la gestione delle tecnologie informatiche (ICT) e tecnologie di gestione domiciliare del paziente, senza dimenticare le logiche che garantiscono l’uso sicuro delle tecnologie all’interno delle Strutture Sanitarie. Tasselli che costruiscono una professione, in grado di crescere parallelamente allo sviluppo tecnologico dell’intero sistema. Ma sottolineiamo proprio per questo che la presenza dell’ingegnere clinico ha oggi la necessità di essere correttamente dimensionata nelle strutture della sanità campana, tenuto conto che molto spesso le unità di ingegneria clinica sono insufficienti per svolgere l’insieme delle competenze e dei ruoli richiesti”. Fulvio Frezza (Componente del consiglio di presidenza del Consiglio Regionale), tra i promotori istituzionali del workshop, ha commentato, rilanciando la richiesta di avere “più ingegneri clinici” nelle strutture: “ho un sogno: che i nostri concittadini non siano più costretti ad emigrare per cercare cure efficaci e di qualità. Un sistema sanitario tecnologicamente evoluto è uno degli strumenti affinché questo non accada più. Un’ingegneria clinica forte, presente ovunque e connessa in rete ci permetterà di realizzare questo obiettivo”. Un obiettivo raggiungibile, ha auspicato Massimo Di Gennaro (Direzione Innovazione e Sanità Digitale, SORESA) anche con una partecipazione sempre più estesa degli ingegneri clinici alle Direzioni strategiche della sanità territoriale, realizzando così quella “proattività” di cui gli stessi rappresentanti AIIC si sono detti interpreti.Hanno portato il loro intervento durante l’evento di Napoli anche Gennaro Oliviero (presidente Consiglio Regionale della Campania), Luigi Iuppariello (Responsabile UOSID Bioingegneria – A.O.R.N. Santobono-Pausilipon), Giovanni Esposito (presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli) e Raffaele De Rosa (Ordine Ingegneri di Napoli).
Beatrice Crisci