Che Cosa Nostra investa dove “tira il vento” non è purtroppo una novità, quello che sorprende è che l’allarme arrivi dal quotidiano inglese Telegraph.
“Tutti i Paesi dell’UE dovranno produrre e usare 1/5 di energia rinnovabile entro il 2022”
Business rinnovabile – L’articolo del tabloid inglese è ricco di luoghi comuni sulla Mafia italiana, e vabbè, ma il succo non cambia: le eco-mafie, attratte dalla prospettiva di generose sovvenzioni destinate a promuovere l’utilizzo dell’energia alternativa, hanno iniziato a infiltrarsi nel business verde per accaparrarsi i milioni di euro provenienti sia dal Governo italiano sia dall’Unione europea. «Niente fa guadagnare più di un parco eolico», dichiara Edoardo Zanchini, un attivista ambientale che ha indagato sulle infiltrazioni mafiose nel settore. «Tutto quello che crea ricchezza interessa alla mafia. » Jason Wright, direttore della Kroll che esegue controlli sui sistemi di energia rinnovabile per conto degli investitori, invece, ha riscontrato un forte aumento di parchi eolici con proprietà sospette, soprattutto in Sicilia.
Via col vento – L’energia rinnovabile è il business del momento. L’Unione Europea ha imposto a tutti i 27 Paesi membri che, entro il 2020, 1/5 dell’energia impiegata sia rinnovabile, e ha stanziato una media di 5 miliardi di euro su base annua sotto forma di prestiti e sovvenzioni. In Sicilia sono già stati costruiti 30 parchi eolici e ne sono previsti altri 60, tra le lamentele della popolazione locale che li ritiene inconciliabili con il paesaggio.
Niente di nuovo sotto il sole – Molti dei parchi eolici in Sicilia sono assolutamente legali, mentre altri hanno già attirato l’attenzione della Polizia. Indagini hanno portato allo scoperto presunte collusioni tra clan mafiosi, uomini d’affari e politici, per assicurarsi il controllo di un progetto per la costruzione di impianti eolici nel Trapanese. Otto persone, invece, sono finite in carcere nell’ambito dell’operazione di Polizia “Eolo” con l’accusa di aver corrotto funzionari di Mazara del Vallo regalando auto di lusso e tangenti di 70. 000 euro. Se ci può consolare, scandali simili sono stati scoperti anche in Spagna, Romania, Bulgaria e Corsica.