Napoli – parroco rifiuta di fare la comunione ad un bambino autistico. Atto poco piacevole quello che è sarebbe accaduto in questi ultimi giorni. A Napoli, un parroco, seconda la ricostruzione delle agenzie di stampa, si sarebbe rifiutato di fare la comunione ad un bambino autistico poiché “incapace di intendere” secondo le parole del parroco. Una storia davvero triste che fa a pugni con l’idea della Chiesa di aiutare il prossimo e accettare tutti, soprattutto i più deboli.
A denunciare l’accaduto è stata la madre del ragazzo con delle dichiarazioni rilasciate all’ ‘Ansa’:
“Vogliamo che intervengano le massime autorità della Chiesa, dalla Curia al Vaticano, e che si prendano provvedimenti“.
Mary, la madre del bimbo, coglie l’occasione per replicare alle parole pronunciate dal parroco della Chiesa di Santa Maria del Carmine a Poggioreale, quartiere di Napoli (il sacerdote che si sarebbe opposto, ndr) il quale, nei giorni scorsi, ha diffuso una dichiarazione dicendo che nella sua parrocchia non si è verificato nessun caso di discriminazione ma che tutto era riconducibile alla pandemia da covid-19.
“Davanti ad altri genitori – continua Mary – ha affermato che mio figlio non poteva fare la comunione nella sua parrocchia, perché non attrezzati ad accogliere un bambino autistico come mio figlio che è incapace di intendere e di volere e, quindi, anche incapace di comprendere il valore del sacramento.
Invece di chiedere scusa – spiega Mary – se ne è lavato le mani, come Ponzio Pilato, utilizzando il covid come alibi: un anno e mezzo fa, – evidenzia – quando rifiutava l’iscrizione al catechismo, dov’era il covid?“.
Sulla vicenda interviene anche la mamma di Andrea, il bimbo autistico escluso da una recita scolastica ad Afragola (Napoli), oggi presidente di un osservatorio sulla disabilità: “Siamo stufi di vedere i nostri figli emarginati – dichiara – a me la scuola lo ha escluso affermando che poiché non parla e non capisce, era inutile la sua partecipazione, anzi, poteva solo disturbare. Anche questo altro bimbo è stato escluso – prosegue la donna – con le solite parole di circostanza e discriminazione. Noi abbiamo combattuto e vinto contro la scuola, faremo lo stesso insieme con i genitori del piccolo“.