In occasione dell’uscita del nuovo romanzo intitolato “Mosaico”, abbiamo intervistato lo scrittore romano Stefano De Sanctis.
Ciao Stefano, benvenuto sulle pagine di I Love Magazine. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro, “Mosaico”, cosa diresti?
Grazie dell’ospitalità.
Mosaico è insieme un romanzo di formazione – un figlio alla ricerca del padre, la cui figura ricostruisce a mano a mano come pezzi di un mosaico – e una storia avventurosa con peripezie fra Roma, Israele, Usa, fra personaggi indefinibili e pericoli incombenti. C’è anche una storia d’amore, lieve.
Da quale idea nasce la copertina del libro?
L’opera rappresentata è “Sansone”, del pittore Piero Paladini, che apprezzo tantissimo e che mi ha concesso di utilizzarla per la copertina.
È ispirata a un particolare del mosaico pavimentale di Otranto.
Piero vive e lavora a Lecce, vale la pena passare sul suo sito ad ammirare altre sue opere.
La connessione con il romanzo sta nello sforzo che Giulio, il protagonista, deve fare per ricostruire chi è suo padre.
Che atmosfera si respira in questo romanzo?
Domanda interessante, l’atmosfera… credo che ci sia tensione continua, prima per un tradimento di coppia, poi per un pericolo percepito incombente ma non definito, ma soprattutto per la ricerca ostinata e tenace, e destinata a non dare un risultato del tutto leggibile – un mosaico incompiuto – del padre da parte di un figlio.
Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o poi…
Nella vita sono counselor, sono perciò a contatto con i dubbi delle persone, con i desideri, con le motivazioni, con le realtà illusorie e tutta la gamma delle emozioni e dei sentimenti.
Ho perciò una buona competenza nell’aiutare a individuare i propri bisogni, anche quelli che non dichiariamo a noi stessi. Mi piacerebbe utilizzare questa competenza nell’aiutare chi scrive a darsi risposta a una domanda: perché scrivo “questa” storia, adesso? Con quale obiettivo? Con quale intenzione?
Sono convinto che se ognuno riuscisse a estrarre risposte sincere uscirebbero romanzi migliori.
Dove ti porterà il tuo amore per la carta e la penna? Su cosa stai lavorando?
Continuerò a scrivere. Scrivere è un piacere – non date retta a quelli che dicono sia una sofferenza – e vorrei che il lettore provasse piacere nel leggere.
Ho in mente qualcosa ma non sto ancora scrivendo. Stavolta ho chiara la struttura ma non ancora una storia, se non per piccoli episodi al momento scollegati. Il divertimento starà nella costruzione passo passo e nel rendere coerente l’insieme.
Prossimi impegni?
Mi piacerebbe avere tante occasioni di presentare Mosaico, sono momenti per me di grande soddisfazione. Purtroppo, non è facile trovare i contesti giusti. Continuerò a provarci.