redazione Pino Attanasio
editore Carlo Ferrajuolo
Presenti alla serata, oltre l’autore, la scrittrice Marilena Lucente, la praticante avvocato penalista e socia Terra Somnia editore Alessia Guerriero che ha mirabilmente letto brani del libro, il Consigliere di Cassazione Raffaello Magi e l’avvocato penalista Gennaro Iannotti.
Paolo Miggiano nasce in Puglia nella zona della splendida città di Lecce ma vive a Caserta, è un collega giornalista pubblicista, laureato in Scienze dell’Investigazione, laurea arricchita da alcuni master quali quello in “Criminologia” ed in “Valorizzazione e gestione dei beni confiscati alle mafie”.
Per molti anni è stato elicotterista della Polizia di Stato, volare è una delle sue passioni, ed è stato anche responsabile dei progetti editoriali della Fondazione Pol.i.s ovvero Politiche Integrate di sicurezza , membro della Direzione Nazionale di Cittadinanza attiva Onlus e degli Organismi di rappresentanza dei lavoratori della Polizia di Stato.
Ha diretto la collana “Linea di difesa” della casa editrice Di Girolamo Edizioni. Nel Febbraio 2020 ha co-fondato Terra Somnia Editore, casa editrice del Salento.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, con Decreto del 2 giugno 2018, ha conferito allo stesso Paolo Miggiano l’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.
La sua ultima opera , come lui stesso evidenzia è dedicata a tutte quelle vittime dimenticate della delinquenza comune dove in un’Italia martoriata dai fenomeni criminali di tipo mafioso, molto spesso e, con buona ragione, ci si sofferma solo sulle tragiche storie di queste numerose vittime.
L’autore ci racconta “ In questo libro, tuttavia, non troverete alcun nome di persona uccisa in seguito ad azioni di mafia o terrorismo “, racconti descritti in altre sue opere letterarie ,
“ma in questa occasione ho voluto cambiare registro per raccontare di storie meno “fenomenali” eppure altrettanto drammatiche, altrettanto dolorose ed inaccettabili per una società che si vuole definire civile”.
Si tratta quindi di storie che pochi raccontano, forse perché non fanno notizia o perché tutt’al più utili per un talkshow televisivo strappa-lacrime.
In queste pagine si parla di Paolino e di sua madre Rosaria, di Salvatore e di sua figlia Anna, di Daniele con il suo amico Loris e di sua sorella Carmen, di Giuseppe e della moglie Carmela con la figlia Ludovica, di Rita e di sua figlia Vanessa e infine di un’antica storia di dolore, quella di Franco e di Elena, sua sorella.
Sei storie dolorose con cui Miggiano tratteggia il profilo sfuggente di un’Italia distratta.
Ed ancora l’autore “sono cronache dimenticate soprattutto dallo Stato: sono le storie delle vittime della criminalità comune. Il sangue versato da costoro è dello stesso colore di quello delle vittime delle mafie e del terrorismo ma è di un rosso che appare sbiadito”.
Nel nostro Paese l’attenzione attribuita alle vittime della criminalità viaggia su un doppio binario, sul primo scorre tutta la solidarietà che lo Stato, giustamente, offre alle vittime ed ai familiari superstiti delle mafie, del terrorismo ed ai caduti nell’adempimento del proprio dovere. Sull’altro scorre la quasi totale indifferenza che determina la negazione di adeguate forme di tutela e di indennizzo per chi cade sotto i colpi di criminali cosiddetti “comuni”. In Italia, evidentemente ci vuole fortuna pure nel morire ammazzati…
Se ad uccidere è un proiettile esploso da un mafioso o da un terrorista, lo Stato aiuterà i famigliari con misure di sostegno che renderanno la loro vita meno difficile. Ma se ad uccidere è il coltello di un coetaneo, la violenza di un compagno geloso, il gesto di un rapinatore, di uno scellerato che spara all’impazzata la notte di Capodanno, in questi casi sarà molto più duro per chi resta affrontare il futuro, specialmente se vedove, madri, figlie…
Paolo Miggiano racconta le vite letteralmente strappate di alcune di queste donne e della loro capacità di resistere e reagire al terribile torto subito.
Donne che meriterebbero massimo rispetto e grande solidarietà mentre, al contrario, sono vittime trasparentiche lo Stato non riesce a vedere.
I diritti d’autore del libro sono donati in beneficenza a favore di Lucia Di Mauro, vedova di Gaetano Montanino, per sostenere il reinserimento sociale e lavorativo di uno degli autori dell’assassinio del marito.
Una dedica importante del bel libro “C’è ancora tempo” Storie di donne che resistono”, al caposcorta del giudice Falcone Antonio Montinaro morto insieme ai suoi colleghi Vito Schifani, Rocco di Cillo e Francesca Morvillo nella strage di Capaci. L’uomo può scegliere la sua strada, quella della legalità oppure dell’illegalità
e la approfondita lettura delle opere di Miggiano contribuisce ad esplorare i due universi per una consapevole e realistica visione dei “mondi”che la vita potrebbe porre sulle nostre strade.