Palma storia di un re
A cura di Laura Bercioux
Immaginate un palazzo imponente e magnifico e cento falconieri che Re Alfonso d’Aragona nell’aprile del 1452 inviava a Palma Campania, nella dimora di caccia che volle far costruire. Un palazzo nobile in una terra vulcanica, antica, fertile. Un acquedotto romano, resti di ville patrizie e pietra lavica, la stessa che si calpesta nelle stanze della dimora aragonese. Immaginate le scene di caccia e quel re magnanimo che scelse Palma per la sua caccia preferita. Un Re illuminato che invio’ 200 destrieri per la caccia con il falcone. E questa storia si respira e si ammira nelle stanze di Palazzo Aragonese e nella caparbietà della famiglia Spinelli che da generazioni se ne prende cura, di nobiltà antica che mi accompagna nelle meraviglie del palazzo. Uno scrigno tra affreschi, tondi, pavimenti di lava del Vesuvio, giardini e arredi. Un impegno per il recupero del territorio dell’amministrazione comunale anche per il Borgo Castello di Palma dove “far rivivere pezzi di storia di Palma Campania andati perduti, affinché il passato si incastri senza vuoti con il presente. Solo così il nostro mosaico sara’ veramente completo con una cittadinanza consapevole che non smarrisce mai i suoi valori profondi e identitari” Dino Lauri, editore e giornalista. E i suoi 25 anni coraggiosi per il suo giornale cartaceo, cara magica carta. Editore appassionato che con il professore architetto Federico Cordella, dedica due libri al Castello e al Palazzo aragonese tra memoria storica e bellezza. E poi la Quadriglia e il Carnevale storico tra i più importanti e antichi d’Italia arricchiscono le tradizioni di Palma Campania. E per finire il sovrano d’Aragona che a Palma oggi lo si ammira nella statua meravigliosa creata da Domenico Sepe, lo stesso scultore della statua dedicata a Diego Armando Maradona. Ecco Alfonso I d’Aragona, nella sua maestosa veste, un re saggio tra i re, che soleva dire che gli piacevano quattro cose vecchie: “il legno vecchio da ardere, il vino vecchio da bere, un vecchio amico con cui conversare e un vecchio libro da leggere”.
Laura Bercioux